venerdì 14 marzo 2014

L'illusione del credere comune

Il credere comune




L'ordine gerarchico naturale

Quando la conoscenza è nozionistica e sincretica l'esperienza la può confutare a ragione, ma la vera conoscenza è la consapevolezza dei princìpi che sono norma universale dell'esistenza, e se l'esperienza nega, non riconoscendo il valore, che è senso, della loro aderenza al vero e della qualità dei loro effetti, significa che quell'esperienza è stata male interpretata in ragione di aspettative insensate che ne hanno deviato l'orientamento. Quante sono le persone che sono consapevoli in modo assoluto, dunque privo del dubbio, dei princìpi universali che sono assi fissi della rotazione universale? Talmente rari che l'umanità ne tiene conto solo per negare la loro assoluta certezza. La consapevolezza dei princìpi è analoga a quella dei princìpi del calcolo ma, diversamente da quest'ultima che è specificamente quantitativa, è riferita alla totalità, sia quantitativa che qualitativa, data dall'interazione di esistenza e di Non esistenza. La figura sopra assegna la priorità all'esperienza nei confronti della conoscenza, ma senza conoscenza la qualità dell'agire si abbassa al livello in cui si trova la vana agitazione - nel migliore dei casi - o nel genocidio razziale, nel peggiore. Senza princìpi condivisibili da tutti, in ragione della loro universalità che è priva di caratteristiche morali, tipiche dell'intrusione del sentimentalismo originato dalla latitudine culturale, senza questi princìpi, dicevo, quale direzione qualitativa potrebbe avere l'azione? Il legame della seconda figura non è in grado di determinare la gerarchia qualitativa in cui si trovano a essere, nei loro rapporti, le varie e diverse realtà che si incontrano vivendo. Gerarchia di valori che solo la conoscenza è capace di riconoscere. Infine faccio notare che le figure sopra sono la schematizzazione del peggiore materialismo che sta portando l'umanità alla rovina. La conoscenza, in realtà, non è soggetta all'obbligo della ripetizione sperimentale e agli schematismi che quest'ultima giustifica, nel suo sostituire un tostapane cromato alla sacralità del sacrificio di sé. Sempre l'esperienza assume il significato in relazione alla qualità della conoscenza a disposizione di chi sperimenta.

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