lunedì 10 marzo 2014

La verità non può essere un'invenzione


Non mi sono chiare le ragioni che inducono innumerevoli scrittori ad assegnare tanta importanza allo scrivere. In fondo si tratta di mettere, nero su bianco, alcuni rivoli del grande fiume di pensieri che inonda la mente, il più delle volte incapace di nuotare. Il pensiero, contrariamente a quanto è convinzione comune, è il mezzo attraverso il quale dare forma alle proprie intuizioni. Il fatto che il pensiero stesso non sappia da dove vengano queste ispirazioni, che lo invogliano a scavare incessantemente alla ricerca della pepita d'oro, la stessa che l'orefice assicurerà essere della volgare pirite, il non conoscere la fonte delle proprie ispirazioni, dicevo, impedisce alla mente di congratularsi con se stessa, a causa dell'incapacità di potersi assicurare la paternità delle creazioni così ottenute. Occorrerebbe dire, anzi, che tanto più i pensieri dalla mente formulati saranno delle creazioni personali, e tanto meno saranno da considerare sovrapponibili alla verità, perché la verità precede ogni altra realtà che alla verità deve appoggiarsi per essere, e questo significa che la verità non può essere inventata di nuovo, ma la si potrà solamente esprimere con parole diverse senza che il loro significato cambi.

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