sabato 31 agosto 2013

Il guardare non è il vedere

Quando si descrive un paesaggio qualcosa di quella descrizione appartiene a chi lo descrive, perché la posizione in cui si trova chi osserva è particolare, così come le parole usate per illustrare ciò che è stato osservato. Se le intenzioni di chi descrive sono altruistiche le parole utilizzate si avvicineranno molto alla verità del panorama guardato e raccontato, ma non potranno mai spiegarlo del tutto. Se le intenzioni saranno egoistiche sarà descritto solo quello che conviene a chi descrive. La stessa cosa accade quando non un paesaggio, ma una o più verità saranno spiegate, con la differenza che quel paesaggio è lì per farsi guardare da chiunque passi da quel punto, mentre la verità è anch'essa lì, ma non bastano gli occhi per comprenderla.

martedì 27 agosto 2013

Gli eventi sono a misura di ciò che siamo e che potremmo essere...

Una vita che è stata vissuta senza scossoni, comoda e tranquilla, indica che si era ancora troppo lontani dal potersi migliorare molto... ma un'esistenza esageratamente burrascosa suggerisce che si era troppo lontani dalla perfezione... :D

domenica 25 agosto 2013

Credere di non aver bisogno di credere

Uno dei problemi che quotidianamente perseguita chi, conoscendo la verità dei princìpi in modo assoluto, vorrebbe dissipare false credenze che affollano la mente degli individui che sono convinti di essere avanti sulla strada della conoscenza, è dato dal fatto che l'ego di questi individui li ha resi intellettualmente ciechi al punto da incolpare, chiunque voglia aiutarli, di avere un ego smisurato. È un muro invalicabile, perché soltanto l'intelligenza è in grado di riconoscere la differenza che separa una logica rigorosa, in grado di spingersi alle sue estreme conseguenze, da un ragionare per frasi fatte lette da qualche parte e accatastate alla rinfusa dall'orgoglio di chi crede di essere dove non è. Nulla è possibile dire, e neppure fare, per modificare questo genere di reazioni, perché queste persone non si farebbero convincere nemmeno da un miracolo, dal momento che crederebbero di averlo fatto loro. In effetti, l'intelligenza della quale necessiterebbero, è l'unico miracolo che non sono in grado di cogliere perché non si è ancora verificato.

sabato 24 agosto 2013

Non ci può essere orgoglio nella conoscenza universale

Nessuno che conosca una verità universale può essere orgoglioso di conoscerla, perché quella verità, come ogni altra, precede chi l'ha conosciuta e non è conseguenza del suo averla vista. Chi potrebbe essere orgoglioso del mondo che sta davanti ai suoi occhi?

Dignità esistenziale

La libertà relativa di cui godiamo e soffriamo non può essere toccata dal bene e neppure dal male, ma entrambi i lati dell'esistenza si muovono in funzione della nostra esigenza di perfezione. Il bene sa cosa è la perfezione, mentre il male conosce le possibilità di sfuggirle. Ogni accadimento della nostra vita ci è cucito addosso dal bene e dal male i quali, mentre cuciono non sono altro che la vita. Siamo noi, sulla passerella del nostro ego, a dare dignità a quel vestito, o a togliergliela.

venerdì 23 agosto 2013

Conseguenze dell'intelligenza

L'intelligenza non ama dichiararsi intelligente perché il doverlo fare avrebbe il senso di attribuire alla stupidità altrui la capacità di riuscire a riconoscere un'intelligenza senza essere a propria volta intelligente.

Sottrazioni indebite

Quanto spazio e quanto tempo la bellezza esteriore di una persona ruba alla possibilità di porsi domande che tendano a sciogliere il trucco col quale la vita si traveste per essere digerita? E quanto spazio e quanto tempo la bruttezza esteriore individuale sottrae alla possibilità di chiedersi come fare per scoprire il genuino volto dell'esistenza, rivelato dalle sue vere ragioni di essere?

giovedì 22 agosto 2013

Princìpi universali e morale

Io riconosco solo la legge morale dentro di me e il cielo stellato sopra di me.
Immanuel Kant



E cosa è la morale se non il prodotto dell'intrusione del sentimentalismo all'interno dei princìpi che morali non devono essere, perché un principio deve essere fisso e stabile e non variare seguendo gli stati d'animo o le disposizioni culturali determinate dalla latitudine geografica. Genti diverse con morali diverse credono in valori diversi che motivano guerre, mentre i princìpi sono uguali per tutti e sono quelli a cui dobbiamo la vita. Il cielo stellato è mosso dai princìpi universali che morali non sono e cozza con le morali individuali che gli attribuiscono significati in dipendenza della loro convenienza. Infatti Kant era un convinto materialista, e pure dei più stupidi.

P.S: Un pensatore intelligente non è mai libero, perché deve obbedire alla verità, e la verità è nei princìpi universali che sono norma dell'intera manifestazione dell'esistenza. L'unica vera libertà possibile non è mai individuale, ma deve essere universale allo stesso modo dei princìpi che determina. Definirsi un "libero pensatore" indica soltanto che si è convinti di possedere una verità che essendo di tutti non appartiene a nessuno tranne che a se stessa. Quando un individuo ha accesso alla conoscenza perfetta dei princìpi universali non possiede questa conoscenza, allo stesso modo in cui chi osserva un panorama non ne diventa il proprietario. La vista dei princìpi è una possibilità donata dall'Assoluto Mistero e colui che "vede" la verità rinuncerà, di conseguenza, a ogni interpretazione di ciò che non gli appartiene, dunque anche a ogni morale.

martedì 20 agosto 2013

Un mondo dove tutti incolpano tutti

Tutti attribuiscono ad altri la maggior parte della colpa per la propria sofferenza, ma lo spazio d'azione che hanno questi altri, gli stessi che ci fanno soffrire, è stato concesso dalle nostre debolezze e paure, oppure dalla nostra forza quando è utilizzata per finalità indegne perché egoistiche.

domenica 18 agosto 2013

Santità

Nemmeno lui avrebbe saputo dirlo, perché non è facile vedere chiaro in una decisione del genere, presa in un mondo che accetta di tutto tranne la santità. Sarà stata la fatica di un vivere che aveva perso di significato, oppure quella felicità a forma di carota, legata al filo della sofferenza che la faceva ciondolare irridente appesa al bastone del fato, resta il fatto che la decisione era stata presa ed era irrevocabile. Da quel momento tutto era diventato semplice come fare l'autostop senza avere un pesante zaino da portare sulla schiena, su una strada così piena di spine che nemmeno un'auto osava percorrerla.
La cosa più importante era quella di non avere più desideri, a parte quello di non averceli, e di riuscire a essere indipendente, pur restando aggrappato al respirare del mondo. Sarebbe sgusciato via di soppiatto dalla trappola tesa dalla libertà che l'esistenza concede senza distrarsi, per dar modo alla nostra cattiveria di rivelarsi crollando con tutta la sua stupida supponenza. L'uomo è libero anche di incastrarsi dietro alle sbarre della propria stupidità, ma lui non si sarebbe fatto imprigionare dal fascino attraverso il quale quella libertà gli si offriva.
Si sarebbe imprigionato da sé, ma dall'altro lato di quelle sbarre, quello riempito dal Cielo che osserva le pareti.
Vendette la casa e si mise in cammino, senza riflettere sulla direzione da prendere, con una sensazione di leggerezza che gli artigli del mondo cercavano di deludere.
Camminando pensava al peso insopportabile delle piccole e grandi preoccupazioni che aveva lasciato dietro di sé, mentre quel diverso modo di essere libero stava preparando nuove trappole da tendergli, perché il mondo non si lascia incantare dalle buone intenzioni, quando queste ultime fissano un orizzonte che non appartiene al mondo.

Per cercare le tracce lasciate dalla verità che ti sta inseguendo occorre fermarsi e lasciarsi trovare, non dando più importanza ai propri pensieri, e lasciarli correre fino al perdersi nel deserto dei propri desideri.

Un vero istante

Un istante, lo stesso unico istante gonfio di eventi che accadono, fluendo in una continuità che rifiuta di interrompersi anche quando un bambino scandisce numeri discontinui giocando a nascondino con la vita che, prima o dopo, lo scova seguendo la traccia lasciata dalle sue debolezze. Un incredibile istante che chiamiamo tempo che corre, sperando che non stia sempre lì, a perdere il suo tempo osservando ciò che facciamo per scordarci del suo sguardo, continuo, presente e nascosto allo stesso modo della Verità.

domenica 11 agosto 2013

Cosa è la libertà perfetta

La perfezione è quella cosa che non ti fa agire quando vorresti limitare la libertà di sbagliare che hai dato ai tuoi figli, perché la tua perfezione sa di essere stata raggiunta attraverso gli errori che ha dovuto riparare.

mercoledì 7 agosto 2013

Alchimie del pensiero


Quando la voglia di ammazzare qualcuno diventa grande, come quella di sorseggiare acqua fresca in mezzo al deserto del Sahara, immagino che quella aspirante vittima sia ferita gravemente e mi chieda aiuto, perché sapendo che non potrei rifiutarglielo le salverei la vita al posto di togliergliela.

Uno strano e comune materialista

Era sempre stato un materialista incallito, ma non era uno stupido; lui non credeva alle balle, vendute come fossero verità, dai preti che ingrassavano masticandole, e lui quei preti li odiava come si riesce a odiare una spina sdraiata accanto al cuore del mondo. Il suo essere materialista era la conseguenza data dal non voler muovere un solo passo verso quella che, per lui era fin troppo evidente, costituiva una pura menzogna generata dall'ipocrisia di persone demoniache, che fingevano di essere animate da una sacra fede nella trascendenza. 
Per l'intelligenza la fede non è un rifugio solo quando è la conseguenza logica di tutto quello che si riesce a capire senza avere l'ombra del dubbio, altrimenti preferisce aspettare piuttosto che intascarsi conclusioni affrettate.
La sua intelligenza aspettava, e mentre aspettava odiava tutti quelli che incolpavano gli altri di non essere dei creduloni.
Lo sguardo di chi non conosce la verità incrocia gli altri sguardi con la diffidenza di chi teme l'imbroglio e sa che, per questo fuggire, gli sguardi di tutti sono rivolti a terra per non inciampare. I preti lo sanno e aggirano l'ostacolo raccontando di realtà che non possono essere conosciute se non attraverso la capacità della propria intelligenza.
La stessa che quando è scarsa induce i preti a tendere le ragnatele fissando l'ordito dei fili al desiderio che hanno le persone di salvarsi dalle conseguenze del male che hanno fatto.

Aspettava, e aspettando si solidificavano in lui convinzioni sulla cui veridicità non aveva mai veramente indagato, e si ritrovava nella medesima condizione di chi attribuisce valore a qualcosa che non conosce solo perché le altre possibilità di conoscere erano state rubate e sporcate dagli imbroglioni.

Una orribile verità

La felicità pare essere irraggiungibile perché si fa avvicinare solo dalle persone buone...

lunedì 5 agosto 2013

Verità rubate

La verità sulla quale la realtà si regge è crudele quanto sarcastica nel mostrare i lati ridicoli che ogni falsità non riesce a nascondere di sé. Ogni volta che il male si traveste con abiti adatti al bene spunta un'etichetta che dice dove quei vestiti sono stati rubati.

domenica 4 agosto 2013

A un Cielo che pareva distratto

Non ne poteva più della sua vita, e non passava giorno che il pensiero di farla finita non gli si insinuasse, dolorosamente, per raggelargli il cuore. La cattiveria si era stretta attorno all'amore che lui donava, soffocandone il sorriso, e lui si chiedeva il perché di quel vivere inutile che il mondo aveva sempre rifiutato. Poco a poco quei tristi pensieri presero la forma della disperazione, la stessa che lo aveva accompagnato alla gola dell'urlo, un orrido anfratto senza fondo dove anche l'acqua della cascatella pareva gettarsi via nel suo spezzarsi in lacrime, durante il percorrere quella grande altezza. Persino la balaustra che difendeva la vita di chi osava sporgersi su quel buco appariva inadatta a contenere tutta quella enormità. Guardò giù senza provare il brivido che tiene distanti i curiosi, e si accorse che la stessa libertà della quale è intrisa ogni piccola foglia gli stava dicendo che la scelta era tutta sua, e che nulla lo avrebbe costretto a desistere. Gli sussurrava calma, in quell'inferno di emozioni, suggerendogli che lui era prezioso quanto lo è una scintilla che può accendere un fuoco. Dopo interminabili attimi d'angoscia si allontanò piano da quella vertigine, alzando uno sguardo di preghiera a un cielo che sembrava distratto, nel suo dover abbracciare tutti.