lunedì 25 agosto 2014

La perfezione del proprio stato

È una vita che mi lamento di tutto, e nella stessa vita non vedo l'ora che accada qualcosa che, quando accade, mi trova lì, che do le spalle come fanno i traditori, mentre aspetto la maturazione di altri avvenimenti, spesso meno importanti di quello appena tradito.
Un giorno la vita si è stancata di me, e mi ha preparato una sorpresa inaspettata: mi ha aperto gli occhi su chi sono. Di peggio poteva soltanto richiudermeli, ma quando lo sguardo interno si apre non può più essere richiuso, perché non è la tua volontà che sta lì, a guardare la verità, ma è una intelligenza a farlo che non è la tua, e mai lo sarà, perché è di tutti e di nessuno. La mia ormai vecchia intelligenza è la stessa cogliona che è sempre stata, ma di colpo è stata costretta a fare i conti con quella nuova. Le ha dovuto cedere il passo, e limitarsi a raccontare quello che dell'intelligenza universale l'intelligenza individuale può dire.
Poco quindi, e male.

Continuo, per inerzia, a non veder l'ora che accada qualcosa che è già accaduta, quando in realtà quella cosa dovrei soltanto ingrandirla, in modo che riempia la mia vita di ciò che la vita vuole essere riempita: la perfezione del proprio stato.

giovedì 21 agosto 2014

L'amore puro non è condivisione


Condividere l'amore significa metterlo a disposizione di altri, ma chi ama gli altri non mette il proprio amore a loro disposizione, perché donare non è dire all'altro: il mio amore è qui e lo puoi prendere se vuoi. Non si condivide un abbraccio quando si abbraccia qualcuno. Il verbo condividere ha in sé un duplice senso, perché quando si condivide un sentimento, o anche un ideale, si è in più persone a dividere quel possedere, ma l'amore non lo si possiede, come non si possiede nessun dono che ci è stato fatto perché sia successivamente donato ad altri. Un amore è condiviso quando diviene vicendevole, ma in sé esso è puro quando è dato senza aspettarsi nulla in cambio. Ogni realtà, quella dell'amore compresa, ha i suoi gradi e le sue sfumature, ma quando si afferma che l'amore è nella condivisione si è già oltre la generosità che caratterizza l'amore puro.

Punto di vista e verità

Quando si considera una verità la si osserva da particolari e specifiche angolature chiamate "punti di vista", ognuno dei quali vede, di quella verità, un solo aspetto. Così due punti di vista che stiano su una circonferenza, uno di fronte all'altro, vedranno uno la coda della verità e l'altro la proboscide e litigheranno tra loro attorno alla natura della verità vista. Un altro punto di vista avrà visto un fianco diverso dall'altro fianco visto dal punto di vista a quello opposto e litigheranno tra loro sulla direzione che hanno le grandi orecchie viste e la disposizione delle cicatrici osservate su orecchie diverse tra loro. Nessuno dei punti di vista ha la possibilità di vedere quella verità nella sua totalità. Dunque non è alla visuale limitata che ci si deve rivolgere per conoscere la verità totale. Eppure... eppure un punto per vederla c'è, ma non è, propriamente, un punto di vista, perché esso si trova al centro della verità considerata, e da quella posizione può vedere sia l'interno di quella stessa verità, che il suo esterno, il quale è il risultato della somma di ciò che hanno visto tutti i punti di vista che si trovano sulla circonferenza. Questo è quanto vedono coloro che conoscono, in modo assoluto e privo del dubbio, l'essenza centrale della Verità.

I punti di vista sono indefiniti e numerosi come i punti privi di forma ed estensione di una circonferenza. Non c'è dunque la possibilità di assumerli tutti come fossero propri, nella speranza di poter trarre da essi una forma finale. Questo significa che l'analisi, per sua natura, divide e spezzetta la realtà perdendosi nella moltitudine dei suoi particolari. La sintesi, al contrario, unisce al posto di dividere, per questo essa è centrale alla verità e non sulla sua superficie.


Resta ancora una importante considerazione da fare: i punti di vista dell'esempio simbolico da me citato sono tutti, ognuno a suo modo e coi propri limiti, considerabili come relativamente veri, ma non tutte le visuali che si ottengono dai punti di vista sono frammenti di verità, questo perché c'è sempre la possibilità che tutti i punti di vista possano trovarsi sulla circonferenza disegnata dal male. Si pensi al punto di vista razzista dal quale un uomo bianco veda l'uomo nero come inferiore, e poi ci si sposti sul punto di vista opposto dal quale l'uomo nero vede quello bianco come inferiore. Entrambe quella visuali sono errate, perché stanno sulla circonferenza che interpreta l'esistenza come fosse la conseguenza di un'arena, dove è il più forte ad avere ragione, oppure sono i più numerosi ad arrogarsela.

La trappola del capovolgimento

— La calma— si disse...
— La calma consente di osservare l'agitarsi dell'universo—

Non era il tipo d'uomo incline a considerazioni di questo genere, ma ora le cose avevano preso un piega tanto diversa da quella che aveva scompigliato la sua vita, una piega che aveva tutta l'aria di volergliela riordinare.
Lui stava morendo, e una strana calma gli stava ordinando i pensieri, consentendo loro di percorrere, a ritroso, un agitato passato che li aveva visti indagare sul perché di un'esistenza che non poteva accontentarsi di essere al solo scopo di essere.
— La calma mostra i volti delle cose che le si specchiano dentro
— E in quel riflettersi essi vedono la loro essenza capovolgersi nella forma nata dalla calma
— Una forma che imbroglia chi la osserva senza riuscire ad accorgersi del capovolgimento che si è operato—

Era troppo tardi per respirare ancora un po' di quel dolore, e il suo essere stava deponendo la voglia di resistere. 
Strinse la mano alla gioia di aver compreso il senso dell'imbroglio in cui era caduto, e si lasciò andare senza sorridere.
Come avrebbe potuto compiacersi, avendo finalmente capito di essere stato catturato una volta ancora dalla trappola?

Attorno alla sua stessa centralità, di cui il suo essere in questa vita era stato l'espressione individuale, si sarebbe avvolto un altro essere, diverso da lui, in altre dimensioni e chissà in quale galassia, all'interno dello stesso istante senza tempo, e il vortice della vita avrebbe ripreso a girare, attorno alla stessa calma di quell'eterno Centro, nella speranza di poterlo ringraziare, donandosi con calma.

lunedì 18 agosto 2014

La trappola del capovolgimento

— La calma— si disse...
— La calma consente di osservare l'agitarsi dell'universo—

Non era il tipo d'uomo incline a considerazioni di questo genere, ma ora le cose avevano preso un piega tanto diversa da quella che aveva scompigliato la sua vita, una piega che aveva tutta l'aria di volergliela riordinare.
Lui stava morendo, e una strana calma gli stava ordinando i pensieri, consentendo loro di percorrere, a ritroso, un agitato passato che li aveva visti indagare sul perché di un'esistenza che non poteva accontentarsi di essere al solo scopo di essere.
— La calma mostra i volti delle cose che le si specchiano dentro
— E in quel riflettersi essi vedono la loro essenza capovolgersi nella forma nata dalla calma
— Una forma che imbroglia chi la osserva senza riuscire ad accorgersi del capovolgimento che si è operato—

Era troppo tardi per respirare ancora un po' di quel dolore, e il suo essere stava deponendo la voglia di resistere. 
Strinse la mano alla gioia di aver compreso il senso dell'imbroglio in cui era caduto, e si lasciò andare senza sorridere.
Come avrebbe potuto compiacersi, avendo finalmente capito di essere stato catturato una volta ancora dalla trappola?

Attorno alla sua stessa centralità, di cui il suo essere in questa vita era stato l'espressione individuale, si sarebbe avvolto un altro essere, diverso da lui, in altre dimensioni e chissà in quale galassia, all'interno dello stesso istante senza tempo, e il vortice della vita avrebbe ripreso a girare, attorno alla stessa calma di quell'eterno Centro, nella speranza di poterlo ringraziare, donandosi con calma.