martedì 3 ottobre 2017

La felicità della disperazione

Erano anni che un’ombra aleggiava su di lui, un’ombra originata dal rifiuto subito da un mondo che non lo amava. La sua famiglia di nascita lo aveva rifiutato in fretta, appena si era accorta che lui era speciale. Così fu cresciuto nella violenza e nell’ingiustizia, ma comprese che quello era il prezzo che le persone diverse pagano per la loro diversità. Questo è il mondo dove il seguire la consuetudine rende ciechi al miracolo dell’esistenza, e il vivere obbedendo alle aspettative altrui costringeva alla rinuncia delle proprie speciali inclinazioni, perché esse non erano consuete. Quando si è bambini, e la propria famiglia ti considera un originale senza alcuna speranza, crede sia un dovere il cancellare i tuoi doni: l’intelligenza è considerata essere solo la causa di un chiacchiericcio del quale sfugge il senso e deve essere mortificata dall’imposizione della stupidità, perché è così che va il mondo, un mondo fatto per le persone da poco, quelle che hanno più bisogno di migliorarsi e per le quali chi ha valore deve imparare a farsi piccino, se vuole sopravvivere agli effetti del fastidio che l’intelligenza suscita in chi non ce l’ha.
Questo è un universo intelligente, retto da leggi intelligenti governate da una intelligenza universale che agisce attraverso princìpi immutabili, attorno ai quali la stupidità è condannata alla redenzione. È un’intelligenza che ama la libertà al punto da lasciar libero il male di essere scelto, piuttosto che fare del male negando agli esseri la libertà.
Gli ci vollero molti anni per capire una verità tanto semplice quanto dolorosa, ma questa comprensione non dissolse l’ombra nella quale il suo animo si era oscurato.
Essa era un’ombra che velava il suo cuore, impedendo alla luce di riscaldarlo con l’amore che la luce dà quando illumina. La sua intelligenza ancora ignorava di dover ringraziare la propria disperazione: come avrebbe potuto sapere di dover ringraziare la propria antagonista, dato che la luce è, mentre l’ombra deve il suo esserci alla luce?

Solo la felicità che ha il buio a essere illuminato può rendere felice l’oscurità, ed è una felicità data dall’essere disposti al sacrificio di sé per amore di una Verità che desidera essere vista e compresa.