domenica 4 marzo 2018

Attorno alla parola...

Come sempre si tratterà di stabilire una gerarchia di valori nella quale il grande contiene il piccolo; è il più a contenere il meno come la logica suggerisce: la parola non contiene il pensiero perché è la sua espressione, come il pensiero non contiene l'intuito perché è la sua espressione, dunque la gerarchia logica, e anche temporale, stabilisce che l'intuizione preceda il pensiero che è suo mezzo espressivo, così come il pensiero contiene le parole che sono il suo mezzo espressivo. La quantità di parole non corrisponde alla loro qualità, come la quantità di pensieri non corrisponde alla loro qualità. La qualità è data dalla direzione che è orientamento, ed è decisamente meno facilmente misurabile della quantità. Ci sono due tipi del conoscere: quello nozionistico che si avvale della memorizzazione, equivalente a un contenitore pieno di nozioni accatastate alla rinfusa che rendono difficilissima la ricerca di una sintesi che sia univoca verso l'obiettivo centrale della conoscenza, e il conoscere attraverso la comprensione, ordinata dalla gerarchia di valori univocamente allineata all'interiorità centrale dalla quale tutto ha origine. Centralità che esprime le proprie potenzialità attraverso la manifestazione della realtà relativa. Ne deriva che la cultura nozionistica è qualitativamente inferiore anche alla più piccola comprensione, che può essere raggiunta anche senza saper leggere. La circonferenza è l'espressione dell'inversione dell'unità centrale che si moltiplica nella molteplicità che dà forma alla superficie, ed è per questo che la conoscenza superficiale è inferiore alla sintesi centrale, di natura spirituale, propria alla trascendenza.

Ermete, Socrate, Platone, Aristotele, Pitagora, Lao Tse, Ib'n Arabi, Rumi, Dante Alighieri, Shankaracharia, Adi Shankara, Meister Eckhart, fino ai più recenti Matgioi, Frithjof Schuon, René Guénon, Ananda Coomaraswamy, furono dei metafisici iniziati alla consapevolezza dei princìpi universali. La metafisica è una ed è la stessa per tutti coloro che ne hanno avuto l'accesso, diversamente dalle filosofie di natura individuale, generate dall'inventiva di singoli individui tanto distanti dalla centralità universale che è la sola a condurre alla consapevolezza sintetica. Per questo Goethe sbagliò nel coniare quello che fu chiamato il "Paradosso di Goethe", che cita testualmente che "Più la conoscenza è grande e maggiori saranno i punti di contatto che essa ha con l'Ignoto". Goethe attribuiva alla conoscenza superficiale ciò che è proprio alla consapevolezza sintetica che è centrale al tutto.