mercoledì 27 maggio 2015

Differenza tra l'essere al di sopra del dubbio e il non avere dubbi...

La vera Intelligenza, quella che non è una stupidità a bassa o elevata concentrazione, non è mai individuale, a causa della sua capacità di conoscere attraverso l'assoluta consapevolezza dei princìpi appartenenti a un ordine che è universale perché applicabile, senza alcuna contraddizione, all'intero universo. Per questo la vera Intelligenza è detta dover essere universale. All'intelligenza individuale è concesso esclusivamente il poter tradurre le verità viste attraverso l'Intelligenza universale, e il prezzo che l'individuo dovrà pagare sarà la rinuncia a ogni tentativo di sostituire la Verità, vista al di sopra del dubbio, con le ipotesi fasulle, caratteristiche di tutte le intelligenze individuali.
Anche qui, inevitabilmente i due estremi sono tra loro speculari, perché l'essere al di sopra del dubbio, per l'Intelligenza universale che è consapevole dei princìpi universali, corrisponde all'immagine invertita data dal non avere dubbi della stupidità individuale che ne ignora l'esistenza.

Incredibile!

È incredibile come la stupidità sia favorita dal "tutto sta andando da dio" e l'intelligenza dal "peggio di così non poteva andare"...

La vittoria della Libertà

A nessuno piacciono i vincenti, perché l'ordine generale del cosmo è stabilito da leggi che non contemplano la vittoria o la sconfitta come dovessero essere definitive. Non lo prevedono perché vittoria e sconfitta sono funzionali a un fine che è superiore al loro contrasto, dovendo quel fine ricomporre la lotta per l'esistenza mediando le opposizioni, al fine di ridurle alla stessa unità primigenia dalla quale quelle stesse opposizioni sono state generate. La Libertà successiva alla Consapevolezza spirituale è frutto certamente di una vittoria, ma è una vittoria contro i propri limiti, mai contro quelli altrui.

Mai paragonarsi


Non bisognerebbe mai paragonarsi agli altri, perché se fossero peggiori li si detesterebbe per la loro inferiorità, mentre se fossero migliori... li si odierebbe per la loro superiorità.

martedì 26 maggio 2015

Saper rinunciare

Possiamo scegliere perché ci è stata consegnata, insieme alla vita, la libertà di farlo. Dalla qualità di quella scelta il bene e il male nascono, ma l'Intelligenza universale che governa l'universo rifiutando il trono è Libertà assoluta che tutto può tranne che contraddirsi, ed è per questo che ci lascia liberi di decidere chi essere. Le leggi emanate dal Mistero assoluto non possono mai contraddirsi tra loro, perché tutte nascono dalla stessa unità. È la libertà di cui tutti gli esseri godono che crea contraddizioni, e le crea perché è attraverso di queste che si impara a conoscere le differenze che separano l'intelligenza dalla stupidità. Intelligenza che sa di essere stupida, e stupidità che crede di essere intelligente.
La libertà ci è stata regalata per darci modo di riuscire a guadagnarcela, mantenendola intatta attraverso il sapervi rinunciare.

domenica 24 maggio 2015

L'esigenza dell'universo


L'esigenza imprescindibile di equilibrio è un mezzo e non il fine dell'universo. È un mezzo finalizzato all'acquisizione di conoscenza e consapevolezza, entrambe superiori all'equilibrio che ogni atto ricerca per poter essere in armonia con l'esistenza che dagli equilibri trae modo di mantenersi viva. Vita che è un mezzo per conoscere, e non il proprio fine dato dal solo sopravvivere. Inoltre un equilibrio perfetto non è realizzabile senza che la vita si fermi, perché essa procede nel suo costante modificarsi proprio grazie agli equilibri realizzati che migliorano il loro stato, oppure lo peggiorano. Tutto questo significa che, essendo il fine dell'esistenza la perfetta consapevolezza di sé, quella che darà modo all'essere di soddisfare la propria possibilità di essere libero, la realizzazione di equilibri, pur nella sua importanza, non supera la conoscenza di sé, e ne consegue che è questa conoscenza che può annullare i debiti contratti con le azioni compiute, incenerendo il karma accumulato vivendo. Se il dover soddisfare il karma fosse una necessità imprescindibile, il mondo sarebbe del tutto orientato alla riparazione dei danni fatti attraverso il fare nuovi e diversi altri danni. Solo la conoscenza perfetta può dare modo di non sbagliare più, ed è per questo che la vita le è sottomessa.

martedì 19 maggio 2015

L'obiettivo della propria esistenza.

L'Intelligenza che sta alla radice dell'universo ha causato questo casino perché la Perfezione assoluta determina necessariamente effetti che le sono inferiori, e poiché quella Intelligenza assoluta è perfetta... lo è anche nel causare sofferenze che convincano valga la pena di avere la perfezione come obiettivo della propria esistenza.

lunedì 18 maggio 2015

La sacralità della Libertà

Sono in molti a credere che il Fato sia scritto già, e lo pensano per un terribile equivoco: l'Assoluto Mistero è al di sopra della durata temporale essendone la causa, dunque per l'Assoluto tutto è nello stesso eterno istante, senza che questo comporti una successione logica o temporale. È ovvio che in quell'istante senza estensione né tempo tutto sia nell'eterno presente, ma essendo senza successione non può essere scritto. Nella realtà relativa, invece, tutto è in movimento perché la legge è quella che, insieme al muoversi del tutto, dà modo alla libertà di ognuno di modificare il divenire. Chi crede che il Fato sia già stato scritto confonde l'Assoluto col relativo e, così facendo, dà scarso valore alla cosa che ha più valore di ogni altra: la propria libertà di scegliere.

domenica 17 maggio 2015

Minacce cosmiche

"Tutto ciò che è non può cessare di essere, nel suo cambiare stato", e questo mi pare somigli molto a una minaccia. 
"L'Infinito, non avendo limiti, non ha alcuna necessità di ripetersi", e qui i dubbi svaniscono: era una minaccia a largo spettro... :D

venerdì 15 maggio 2015

Legami


C'è un legame che unisce tutte le realtà individuali esistenti all'interno dell'universo, dove ogni cosa che è non può cessare d'essere, nel suo trasmigrare in altre forme su piani diversi di espressione. Noi siamo molto più di quanto attualmente ci è concesso conoscere, e persino i prolungamenti delle nostre facoltà si estendono ben oltre la nostra capacità immaginativa. I legami che uniscono le persone appartengono alla memoria del mondo, e sono destinati a complicarsi o a risolversi in dipendenza della qualità delle ragioni che hanno stretto i loro nodi, o li hanno sciolti. A scioglierli è l'indifferenza, a stringerli è l'amore e l'amicizia e, purtroppo, anche l'odio.

giovedì 14 maggio 2015

Gli stronzi che si sa di essere

I miei brevi scritti sono rivolti alle intelligenze, perché non vogliono convincere ed è solo la stupidità che si lascia convincere. Essi sono rivolti all'intelligenza perché sono generati dalla consapevolezza dei princìpi di ordine universale, che non sono morali a causa dell'assenza in essi di sentimentalismi, o di ipotesi generate dalle diverse culture. I princìpi universali sono leggi fisse in rapporto al mutamento che ruota loro attorno. Il principio universale al quale tutto ciò che vibra e si muove è soggetto, nel suo obbligo di mutamento, non è sottomesso al cambiamento, perché se la legge che impone al tutto di cambiare cambiasse a propria volta la vita si fermerebbe. I princìpi universali non sono assoluti, perché l'Assoluto è unico mentre i princìpi sono molteplici, ma stanno, in rapporto alla centralità universale, al minor grado di relatività possibile, e cesseranno di essere quando il respiro del Mistero assoluto si troverà nella sua fase inspiratoria, nella quale la ciclicità esistenziale ritornerà, esaurito il suo ciclo temporale, nell'embrione di possibilità di essere contenuto dal Mistero assoluto. Mistero che è Perfezione assoluta, Libertà assoluta e Verità assoluta. Assolutezza che sta anche al centro di ognuno di noi, e alla quale si deve tendere nella ricerca attiva delle proprie possibilità di perfezione. Accettare se stessi per ciò che si è significa rifiutare la propria possibile perfezione, e insieme a questa decidere di restare gli stronzi che si sa di essere.

Il Mistero assoluto

L'accidia, che è pigrizia, è considerata essere un peccato capitale, ma quando essa è utile a non commettere atti egoistici, disonorevoli perché malvagi... è da considerarsi un dono del Cielo. Non c'è una sola cosa in questo universo, regno della relatività, che è a senso unico, perché ogni realtà ha un'altra realtà che le si oppone e le è, su un più alto livello di considerazione, anche complementare. Troppo affetto può soffocare, l'amore può diventare possessivo e negare se stesso, l'odio può trasformarsi in desiderio d'amore. Una cosa, però c'è, che non ha opponenti, essa sta al centro di ogni essere e non ha altre realtà che le si possano opporre, perché quella cosa è la causa di tutto e nessun effetto potrà mai contraddire la propria causa. Quella cosa è il Mistero assoluto, al quale dobbiamo la nostra esistenza. Quella cosa siamo noi stessi in Essenza. Quella cosa è unica e identica a se stessa in tutti. È Intelligenza silenziosa. È Verità assoluta che ci sorride e tace paziente; nulla la può toccare, nulla la può ferire perché non c'è nulla che sia al di fuori di essa. Il Mistero assoluto non ha un fuori da sé, se l'avesse... non sarebbe assoluto.

mercoledì 13 maggio 2015

Il posto centrale

Una delle cose più assurde dell'umanità è l'attribuzione di un'immagine mentale a ciò che immagine non può avere. Il Mistero assoluto, dal quale la realtà relativa che chiamiamo universo trae il proprio esserci, è chiamato dagli uomini in molti modi diversi tra loro, ma che hanno in comune il fatto di definire questo Mistero attraverso la negazione: 
Assoluto = non diviso in parti
Infinito = non sottomesso all'estensione
Eterno = non soggetto alla durata
Questo perché ogni tentativo di definirlo implicherebbe attribuzioni costituenti limiti che il Mistero non potrebbe avere, essendo la causa dei limiti impliciti all'esistenza.
Ogni causa, anche nelle realtà relativa, è necessariamente superiore ai propri effetti e da questi non può essere modificata. 
Ciò che in questa impossibilità di determinare l'Assoluto più si avvicina all'Assoluto è l'Intelligenza universale, causa delle intelligenze individuali.
L'Intelligenza universale è un punto centrale, privo di dimensione e forma, che illumina tutto l'esistente. In questo suo illuminare determina ombre, e l'ombra che si allunga dietro a un grano di polvere è assimilabile all'intelligenza individuale dell'uomo, la stessa che s'immagina di essere, per merito del caso, la cosa più elevata dell'universo, quella che crede a tutto, o non crede a niente, oppure crede un po' qua e non crede un po' là, confondendo il credere o il non credere col conoscere.
Ogni elemento del tutto è legato al tutto, e ne segue le stesse leggi universali perché il tutto è dato dalla somma delle sue parti, e l'equilibrio generale è il risultato in divenire della somma dei disequilibri particolari.
L'uomo, esclusi i pochi esseri che sono stati illuminati dall'Assoluto e, per questo, sono consapevoli delle leggi universali normative dell'esistenza, l'uomo, dicevo, si accontenta di poco, e in questa pochezza la sua intelligenza occupa il posto centrale.

martedì 12 maggio 2015

Guardando indietro ci si immagina il futuro

I ricordi ci allietano e ci perseguitano, e costituiscono la prova inconfutabile del nostro aver vissuto nello stesso implacabile istante, quello che si vive ogni secondo della nostra esistenza, e siamo sempre noi stessi, piazzati lì dal Fato, al centro delle cose che cambiano come cambiamo noi, pur restando sempre noi stessi. Un mistero difficile da sbrogliare, per chi si è lasciato convincere dalla scienza che l'intelligenza di ognuno sia nata casualmente dall'aggregarsi di materia, il cui inizio resta misterioso anche per la tanto celebrata scienza. Il poter salire sulla propria automobile per inquinare il pianeta ci pare essere ragione sufficiente per credere alle farneticazioni di chi, riuscendo a dar forma metallica ai propri sogni, si è arrogato il diritto di insegnare che tutto accada per caso, non importa se ogni cosa mostra di avere una causa. Ripercorrendo a ritroso gli effetti e le loro cause si finisce inevitabilmente col risalire alla prima delle cause, quella che non ha altre cause prima di essa, e non può averne perché la realtà non è un cerchio chiuso. Non ci sono cerchi che possano chiudersi realmente dove il movimento è legge universale. Ogni realtà manca la chiusura su di sé per sovrapporsi al proprio inizio spostata un po' più in là, generando così una spirale. Le orbite dei pianeti sembrano essere chiuse, ma poiché l'intero sistema solare si muove verso la costellazione di Orione, anche quelle orbite ellittiche sono delle spirali e nessun pianeta ripercorrerà la strada già fatta, come nessuna goccia d'acqua passerà dove è già passata.
Allo stesso modo delle vite che si succederanno per ognuno di noi, che avranno occasione d’essere in una dimensione diversa da quella umana già vissuta.
È una legge universale che riguarda anche ogni essere, eppure... eppure c'è qualche cosa in noi che ci dà la certezza di essere sempre noi stessi, in mezzo a tutte le nostre cellule che muoiono e rinascono, e che ci fa sentire quell'io che sappiamo di essere, unico e insostituibile, pregiata realtà che ospita la nostra un po’ meno pregevole intelligenza.
Ognuno si sente un "io", lo stesso "io" sentito da tutti, immerso nello stesso istante vissuto da tutti. 
Sarebbe una realtà contraddittoria se questo sentirsi lo stesso "io", diverso per ognuno ma identico in essenza, non fosse il riflesso dello stesso Sé, centrale e trascendente, che si esprime capovolgendo la propria unità nelle unicità che siamo, le quali danno modo alla molteplicità di essere. Ci sentiamo lo stesso e unico "io”… perché siamo tutti lo stesso e unico Sé assoluto che al centro di noi stessi testimonia la presenza del Mistero assoluto il Quale conosce ogni moto della nostra anima, dei nostri pensieri e delle nostre azioni. La coscienza individuale nasce dall'intelligenza che ci appartiene, ed è il riflesso microcosmico dell'Intelligenza universale e macrocosmica che gli uomini negano possa esserci… perché essa non è di nessuno. La negano perché non sanno concepire un'Intelligenza che sia la causa delle loro minuscole intelligenze, le stesse che stanno conducendo l’umanità all'estinzione della propria specie.

Amore disinteressato

Vivere in un paesino montano di centocinquanta anime, perlopiù fasciste o leghiste, è un'esperienza drammaticamente crudele che il Padreterno mi ha riservato, come fosse la ciliegina sulla torta della mia esistenza. Assisto, ogni volta stupefatto, alla capacità di sopravvivenza alla quale la vigliaccheria dà tanta importanza. Sopravvivere a spese della propria dignità su questi monti appare essere l'unica legge accettabile, e anche la caratura "morale" che spadroneggia senza i freni inibitori che risparmiano dalla vergogna. 
Una lunga fila di fiori di plastica, a ornamento del ricordo con cui i vivi premiano il suicidio di chi all'egoismo ha preferito il volo nel vuoto, dà mostra di sé sulla ringhiera del Ponte del Saltone. 
Fiori finti, come finta è la commozione di chi considera essere una debolezza il farsi assalire dall'amore disinteressato per le persone che soffrono. 

sabato 9 maggio 2015

Dedicato ai razzisti...


Questi razzisti, spesso anche fascisti o nazisti, stanno sulle pagine di Cécile tutto il giorno a calunniare, pubblicando articoli di cronaca nera che riguardano gli immigrati che compiono reati, e lo fanno allo scopo di denigrare culture diverse da quella italiana che di criminali ha riempito il pianeta. Sono esseri ignobili i razzisti, che diffondono di continuo informazioni false al fine di nuocere ai disperati che lavorano regolarmente, per spedire a casa i pochi soldi avanzati che là consentono di sopravvivere ai vecchi che piangono la loro lontananza. Ai razzisti del saluto romano, e pure a quelli che salutano col pugno non importa che ci siano disperati morenti, nelle nazioni dissanguate dal profitto occidentale che dà benessere, anche se relativo, a molti e ricchezze infinite ai ricchi porci, non importa nulla dei bambini annegati, delle donne violentate e torturate che cercano di sottrarsi alle guerre pompate dai bisogni del primo mondo, perché una fetta di torta da dare ai loro figlioletti puliti, che insultano il compagno di colore alla scuola materna, è più importante di qualsiasi altra considerazione, perché i razzisti educano i loro figli allo stesso disonore che accumulerà grasso sulle loro pance e cattiveria nei loro cuori.

Demoni


I demoni non lasciano quello che ritengono essere il loro regno, gli stanno attaccati come zecche su una bestia morente, e gli succhiano le ultime gocce di sangue fino a quando l'animale non morrà. Solo allora i demoni si allontaneranno di poco saltando sulla prossima loro vittima. I demoni non hanno accesso alla sfera spirituale perché essi ne negano l'esistenza, ma è nella sfera di quella Realtà che si compie il nobile sacrificio di sé, e della frenesia del proprio egoismo, quello che si nutre di vittime come fanno i vampiri. Mentre le persone muoiono di fame i demoni ridono sprecando risorse, perché essere padroni è il loro credo, e la malvagità il loro onore.

Razzisti che sbavano odio


Nulla cambia se si lasciano liberi di calunniare i criminali che accusano altri criminali, come accade sulle pagine dell'ottima Cécile Kyenge, che si lascia sputare addosso ingiurie dalla masnada di razzisti velenosi che odiano i diversi, dimenticando che gli italiani sono stati coperti dal disprezzo di chi li considerava essere dediti al crimine e pigri incapaci di lavorare onestamente. Oggi il mondo ha italiani ovunque e in alcune nazioni, come l'Argentina, costituiscono la maggioranza della popolazione. Ma ai razzisti questo non importa, a loro interessa odiare e spargono il loro ignobile sentimento sulle donne violentate dai padroni del crimine africano, pagati dalle multinazionali europee, e sui loro bimbi innocenti come le loro mamme, e sugli uomini che vengono da noi a lavorare per spedire in Africa quei pochi soldi coi quali i padroni qui pagano la loro vita infame. Milioni di persone in estrema sofferenza allungano le loro mani chiedendo un aiuto non gratuito, ma mendicando un lavoro brutale e miserrimo, che da noi nessuno farebbe mai nemmeno quando si fosse super pagati. Ebbene, questi maledetti razzisti urlano alle ingiustizie patite, e le donne tra questi sono le peggiori, perché mamme indegne nonostante siano schiave dei razzisti che azzannano per il piacere di fare delle ingiustizie che chiamano, pomposamente, "Orgoglio nazionale”; questi bastardi urlano e schiamazzano, sono cacciatori di fatti di cronaca nera e disdegnano i crimini commessi dagli italiani che sono la stragrande parte, concentrandosi su quelli dei disperati che qui sono trattati come bestie, e quando queste “bestie”, considerate meno dei ratti di fogna (nome dato dagli svizzeri ai frontalieri italiani) commettono crimini i razzisti gli si avventano addosso, portandoli a esempio del degrado civico e morale di tutti gli immigrati che si spaccano la schiena sui campi di pomodori o a scaricare carbone. Io maledico il razzismo, maledico i genocidi e la crudeltà gratuita e vigliacca di questi porci razzisti che si ergono a esempio quando, invece, sono loro la feccia del pianeta, loro che hanno ucciso per derubarle milioni di persone e tacciono sui loro crimini, girandosi di scatto alla ricerca di nuove vittime, mentre la bava fuoriesce dalle loro bocche desiderose di carni innocenti. Casalinghe stuprate dal marito fascista o comunista o democratico, loro e le loro figlie ridono quando gli immigrati sprofondano nel mare e sono felici, ma poi di notte su di esse si arrotola il corpo puzzolente del marito padre con l'alito pesante, lo stesso razzista che odia tutti e ansima di piacere sopra la loro carne piangente ma poi, l'indomani, mamma e figlia si destano dalle violenze subite e si vendicano sui corpi che galleggiano nel mare di odio che chi soffre violenze deve regalare a tutti, perché non sopporta di averlo solo su di sé da chi dovrebbe amare invece che possedere.

venerdì 8 maggio 2015

Inferno o paradiso?

— Quando si è in vita il Mistero fa il misterioso, nascondendoci un'enormità di cose, poi noi ci si fa l'abitudine e ci si accontenta del poco che ci è dato sapere. D'altronde il lato misterioso dell'esistenza resterà tale a lungo—. 
Così pensava il vecchio che stava tirando le cuoia su un letto stropicciato come ci avesse fatto sesso con l'esistenza, e non mancavano neppure le macchie a punteggiare la coperta, testimoni del filo di bava che lui tentava inutilmente di risucchiare.
Una vampata improvvisa gli fece ribollire il sangue, ricordandogli la gioventù passata, a volte in fretta, altre volte drammaticamente lenta, che aveva tutta l'aria di non voler più tornare; lo sguardo gli si offuscò sollevandolo dalla fatica di dover guardare il mondo che spegneva le sue luci, e l'ultimo esile sospiro parve interrompersi a metà, per lo stupore dato dal trovarsi altrove.
Il cuore cessò di pompare con un sibilo di contentezza, e il sangue arrestò il suo forsennato inseguire se stesso nel circolo vizioso che nutriva senza sosta un organismo stanco di obbedire all'esistenza.

L'anima tacque nell'abbandonare alle larve di mosca quella che era stata un'organizzazione talmente coordinata… da riuscire a funzionare in una percentuale di organi al lavoro così bassa, che se fossero stati operai di un cantiere avrebbero ricordato quello della Napoli Salerno.

Si dileguò lasciando al freddo il compito di irrigidire il guscio vuoto che fissava un Cielo spento, e corse leggera verso la soddisfazione di una curiosità sempre viva da soddisfare.
Il percorrere il tunnel e luce abbagliante finale non la distrassero, ma il ritrovarsi accerchiata da centinaia di persone certamente la stupì. Attorno all'anima volti ricordati a fatica avevano un'espressione supplichevole, come quella di chi non aspettasse altro che chiedere perdono. 
Li mise a fuoco uno per uno, senza fretta, e rammentò le vicende patite che gli erano state inflitte da ognuno di quei volti. Improvvisamente capì che il male subìto da quelle anime supplicanti doveva essere ricompensato, e loro stavano lì attendendo di pagare i loro debiti.
Ancora non poteva immaginare attraverso quali leggi i crediti accumulati sarebbero stati corrisposti, ma una cosa appariva essere estremamente chiara: anche lei avrebbe dovuto pagare tutte le anime che avevano sofferto le ingiustizie che lei aveva ordito contro di esse. 
Non poteva ancora sapere se tutto questo fosse l'inferno o il paradiso, ma gli sembrava che l'inferno fosse il dover pagare e il Paradiso il riscuotere.

giovedì 7 maggio 2015

La Giustizia del Cielo

La giustizia è equilibrio, perché l'equilibrio assicura equidistanza e parità di trattamento. Assicurare questo equilibrio nei confronti delle leggi istituite dagli uomini è molto difficile, perché spesso queste leggi favoriscono una classe sociale a detrimento dei diritti di un'altra classe di appartenenza. Ma queste sono problematiche legate alla giustizia degli uomini, gli stessi che, quando la giustizia cosiddetta "terrena" non pare essere sufficiente a garantire equanimità di diritti e doveri... invocano la Giustizia del Cielo. La invocano perché il Cielo non ha interessi legati alle classi sociali, e abbraccia tutti scaldando tutti sotto un unico sole che non appartiene a nessuno. Non basta questa caratteristica del Cielo a riportare una superiore giustizia sulla terra, perché la sua priorità è quella di dare a tutti la libertà di poter decidere, per sé e spesso anche per altri, al fine di operare scelte che qualifichino l'esistenza di ognuno. 
Ma cosa è la Giustizia del Cielo?
È l’equilibrio dato dall’aderenza della realtà relativa ai princìpi universali dei quali essa è l’espressione manifestata di un Mistero del Quale la relatività è immagine riflessa, quindi capovolta verticalmente, e invertita orizzontalmente. Nella giustizia e nell’ingiustizia umana la Giustizia del Cielo è sempre presente e si trova al loro centro, ma ha tempi di realizzazione diversi dai loro, perché la Giustizia del Cielo è superiore al tempo essendone sua causa.
È necessario affidarsi sia alla Provvidenza che alla Giustizia trascendente, perché l’ordine generale è prodotto dalla somma dei disordini particolari i quali, alla fine, si risolveranno nell’ordine totale del quale la Giustizia divina è inizio e fine.
Il male è, in ultima analisi funzionale all’affermazione del bene, ma la Giustizia del Cielo è oltre bene e male, rappresentando la centralità della Verità unica, perché assoluta, dalla quale bene e male nascono, danzano inciampando ed esauriscono la loro funzione, nell’assorbimento finale causato dal loro principio comune. La persona che subisce un’ingiustizia in quel subire potrà crescere o perire, migliorare o peggiorare, ma è questo lo scopo della vita ed è per questo dover conoscere di ognuno che la vita c’è, e determina conoscenza o ignoranza, felicità o dolore, in dipendenza delle scelte individuali compiute.

In realtà la Giustizia del Cielo è sempre in azione, anche mentre una terribile ingiustizia sta tentando di soffocarci, perché il nostro dover conoscere è più importante della nostra stessa vita, che non terminerà di torturarci con la trasformazione che noi umani chiamiamo morte.

mercoledì 6 maggio 2015

Facebook è infestata dai fascisti


Fascisti e razzisti stanno qui a pubblicare storie di cronaca nera sulle malefatte gravi commesse dai criminali stranieri; lo fanno con lo scopo di criminalizzare chiunque non sia italiano. Chiamano questo "orgoglio patriottico". La cosa che stupisce è che questi fascisti razzisti ritengono giusto invadere l'Africa per colonizzarla portandosi appresso la civiltà di stupri e omicidi che rappresentano gli unici valori fascisti, oltre naturalmente al furto. Odiano i "negri" come ogni stupratore odia il marito della donna che sta violentando. Nonostante i loro "valori" demoniaci i fascisti si ergono come fossero baluardi della libertà di sentirsi superiori alle altre diverse razze e nazionalità, e si compiacciono di essere forti e violenti, perché un fascista è un superuomo senza alcuna pietà per i deboli che non hanno il diritto di vivere. Per il fascista non ce l'hanno a immagine di quella che considerano una legge di natura che consegna ai predatori le vite delle prede. Il fascista è un predatore, ma la sua preda è la propria dignità.

Chi è il fascista?

È uno che non concede agli altri ciò che vuole per sé, ritiene giusto invadere le terre altrui e schiavizzare, uccidere e violentare, ma se gli insulti la mamma si mette a piangere. Si lamenta che i popoli invasi si ribellino tentando di cacciare via gli invasori, ma poi caccia via le persone che vengono nella nazione che ritiene sua a lavorare. Non paga tasse, ruba calunnia e mente ed educa i propri figli a fare altrettanto. Frigna di continuo per i soprusi altrui perché non vuole competitori. Usa nomi falsi, ride dietro a chiunque non sia malvagio come è lui chiamandolo "buonista", è disposto a fare stragi di innocenti mettendo bombe alle stazioni, nelle banche, in mezzo alle persone che manifestano; si veste di nero e si infiltra nelle manifestazioni di protesta per incendiare città e picchiare a morte persone. Allo stadio accoltella i tifosi avversari, uccide i poliziotti, ma quando il fascista è un poliziotto ammazza a manganellate ragazzini minorenni o adulti che poi calunnia per farsi bello. Tortura ragazzi innocenti e se ne vanta sperando di poterlo fare ancora. Però difende sua mamma. Le donne fasciste sono anche peggio degli uomini, si tingono di biondo per assomigliare alle donne teutoniche e sputano veleno mentre si prostituiscono leccando il loro padrone. I fascisti adorano il concetto che più si è e più si ha ragione, e si legano tra loro nel fascio che sostiene l'ascia che taglia le teste di chi fascista non è. Tradiscono chiunque nell'ipocrisia più totale, picchiano i figli e le mogli e negano assistenza ai vecchi della loro famiglia, ma la cosa che fanno più volentieri è quella d'insegnare agli altri cos'è un superuomo. Gettano dagli aerei militari i dissidenti politici dopo aver adottato i loro figli che da adulti scopriranno di avere, come genitori, gli assassini della loro vera famiglia. Sono demoni asserviti al male, perché credono che il bene sia soltanto ipocrisia, la stessa che quando appartiene a loro chiamano orgoglio nazionale. Il fascista è convinto di essere superiore per la sua appartenenza alla razza migliore del pianeta, e ritiene che appartenere alla propria nazione sia un atto volontario che dà onore, giura anche che appartenere alle altre nazioni sia un atto volontario che dà disonore. Per il fascista, di conseguenza, è giusto e onorevole invadere e sottomettere gli altri popoli inferiori e assassinare derubandoli gli appartenenti alle razze considerate inferiori perché diverse dalla propria.

Fin troppo crudeli...

Poche persone amano considerare i modi di azione della Verità, che è costretta ad affermarsi per l'imposizione data dalla propria natura. La Verità unica regge l'intero universo, attraverso le perfettibili singole verità parziali la cui somma consente l'equilibrio generale, perfettibile anch'esso. Sembrerebbe un discorso fumoso e inconsistente, ma è applicabile al granello di polvere come alle galassie e, soprattutto, all'esistenza di ogni essere. I modi di azione della Verità non sono soltanto "veri", ma a coloro che vivono di menzogne parranno anche fin troppo crudeli...

martedì 5 maggio 2015

Cosa è l'intelligenza universale

La mente si allena attraverso il pensiero, ma perché l'allenamento la metta in grado di seguire concetti articolati e complessi, senza addormentarsi o perdersi, occorre che ci sia un'attenzione acuita dall'interesse. La mente difficilmente ferma il flusso dei propri pensieri, e poco importa se questi sono qualitativamente elevati oppure squallidi; essa segue qualsiasi cosa le passi davanti, trastullandosi spesso con delle idiozie. Miliardi di persone ricamano coi pensieri desideri e paure, disprezzando la mente capace di fermare quel tenace e instancabile lavorio, dal quale nascono sia le azioni generose che quelle egoiste, il distacco o l’indifferenza. Come un alone che tutto ricopre la mente elabora concetti e teorie, facendolo attraverso l’utilizzo di comparazioni associative, analogie, contrasti, ricordi, aspirazioni, desideri, rabbie, inseguendo tutte le emozioni che la percezione e il sentimento subiscono, o fanno subire, e con la sua coltre la mente tenta di sovrapporsi a una realtà che supera il pensiero e la consequenzialità relativa di quest’ultimo, e in questa sovrapposizione falsifica, non essendo in grado di cogliere l’aspetto celato che è ragione d’essere della realtà manifestata. La conoscenza ottenuta dalle esperienze e decodificata dalla mente non può essere identificativa, perché per esserlo dovrebbe identificarsi senza scarto con l’oggetto della conoscenza, rifiutando interpretazioni che ne possano distorcere la visione. L’intelligenza individuale non è identificativa perché essa è costretta, dai limiti che le sono connaturati, a interpretare attraverso la consequenzialità del pensiero. Tutte le scienze umane non possono concepire il modo diverso di conoscere dato dall’avere avuto accesso all’intelligenza universale. L’intelligenza universale è unica, e permea l’intero universo; essa è immediata e non sottomessa alla durata temporale perché non è relativa, ma totale. Essa non utilizza la mente per sapere, e “vede” la verità al di fuori del dubbio, nell’immediatezza che lascia alla mente soltanto la possibilità di tradurre in parole la verità vista, traduzione che necessariamente è costretta a tralasciare l’essenza non relativa che non può essere comunicata.
Le persone che “vedono” i princìpi universali che ordinano il dispiegamento della realtà vedono gli stessi princìpi e la stessa Verità di principio, ma possono scegliere da quale visuale considerare le conseguenze di questi princìpi. La vista degli universali contempla anche l’ordine gerarchico nel quale i princìpi sono ordinati tra loro, in ragione del grado di prossimità logica e temporale al principio primo manifestato dall’Assoluto. L’iniziato ai misteri della trascendenza ha una lunga strada davanti a sé, perché la conoscenza degli universali, oltre a essere identificativa, deve anche essere realizzativa e attuata nella propria vita, perché la Verità è totale. All’intelligenza individuale, effetto individuale dell’Intelligenza universale, non è consentito superare i limiti propri all’individualità caratterizzata dal possesso. L’Intelligenza universale non possiede e non può essere posseduta. L’essere umano può avere accesso a essa perché la centralità individuale è assoluta, ed è proprio questo “vedere” al disopra del tempo, concesso dalla comunicazione consapevole col centro di sé, che apre alla vista del Vero principiale. Vista che non è il conoscere tutto di tutto, quest’ultimo è la meta finale del conoscere data dall’identificazione alla Libertà assoluta, ma corrisponde al vedere princìpi e loro conseguenze in dipendenza del grado di sviluppo interiore, che è dato dall’applicazione delle verità conosciute, in modo non interpretativo, alla propria esistenza. Per vedere in sempre maggiore profondità ed elevatezza il Vero occorrerà essere aderenti alla Verità conosciuta, in tutto ciò che si è scelto di essere, e questo implica il sacrificio di tutto quello che non è il Sé centrale al quale ci si dovrà identificare.

lunedì 4 maggio 2015

Il bene e il suo contrario

L'intelligenza individuale, essendo un effetto consequenziale in divenire di questo nostro esserci, non può essere la causa del nostro esserci, e poiché ogni causa è necessariamente superiore agli effetti che essa contiene in principio, prima che questi dispieghino le proprie potenzialità, si deve dire che ogni intelligenza individuale debba essere la conseguenza di un'Intelligenza universale e centrale che le è superiore, e che si esprime riflettendosi nel capovolgimento individuale che la nostra mente fatica a cogliere. Mente che costituisce il mezzo attraverso cui la consequenzialità logica dà forma alle ispirazioni e alle idee che ancora una forma non hanno. Analogamente al punto geometrico centrale privo di dimensioni, che determina la circonferenza invertendo la propria unità centrale nelle unicità molteplici dei diversi punti di cui è composta la circonferenza, il Mistero inesplicabile della nostra origine dà forma a ciò che ognuno di noi è, capovolgendosi nelle unicità che siamo, relative e sempre diverse una dall'altra, che vorticano attorno al nucleo privo di forma che è la potenzialità del centro del quale siamo l'espressione manifestata. Prima di essere siamo contenuti in una Realtà superiore a quella che si manifesta attraverso la vita, che in mancanza di termini adatti potremmo chiamare "Non essere", perché contiene in principio le possibilità di manifestazione. Un "Non essere" che è superiore all'essere, al quale ognuno ritornerà nella trasformazione chiamata morte. In quel "Non luogo" è conservata la memoria di ciò che abbiamo scelto di essere vivendo, memoria che è associata all'embrione di possibilità che attendono il momento adatto al loro esserci, per legarsi all'essere nuovo e diverso che saremo, sempre sentendoci lo stesso io che sappiamo di essere ora. Un ego diverso sulla circonferenza dell'esistenza, immagine differenziata dello stesso centro che è il sé di ognuno di noi: identico a se stesso in tutti i diversi. È in questa consapevolezza spirituale che è decisa la scelta di non far del male a nessuno, ed è per questa ragione che è definito essere un bene il non nuocere ad altri, e un male il suo contrario.

domenica 3 maggio 2015

I popoli nomadi

— Lei è uno schifoso razzista, se ne renda conto, le persone non sono buone o cattive in dipendenza della razza di appartenenza, ma lo sono per le scelte che fanno—

— Mi spieghi allora perché gli zingari sono tutti delle merde...—


— Lo sono dal nostro punto di vista, che non tiene in alcuna considerazione l'aver imposto ai popoli nomadi condizioni di vita terribili, perché ostacolate dalle restrizioni date dai grandi agglomerati urbani, gli stessi che risucchiano le libertà nomadi, recintandole col cemento, l'inquinamento e il rifiuto di guardare il Cielo, ringraziandolo con la musica della propria anima e del proprio violino—.