sabato 22 marzo 2014

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Meglio di così non avrebbe potuto fare neppure se fosse stato insensibile al dolore. 
In quei momenti tragici il tempo sembra rallentare, per dar modo alla coscienza di registrare, con precisione, tutti gli spasmi di sofferenza. Conosceva le ragioni per stare su una croce che pareva volerlo avvicinare al Cielo, e dove sarebbe stato dopo, lui, cuore dell'universo che mostrava, col suo sacrificio, la legge eterna che offre la vita.
Sapeva di dover patire più di quanto lo stesso dolore avrebbe mai supposto di poter infliggere, e giunto sul bordo della disperazione, sentì la solitudine come fosse una voragine senza fondo.

"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"

Il terribile peso dei peccati dell'umanità in quel momento tentò di soffocare tra i suoi artigli l'amore che li avrebbe redenti, quello stesso amore che, donando la libertà all'uomo, gli dà anche la possibilità di scegliere per il male, ma persino la malvagità deve lasciare la sua stretta, quando capisce di essere un effetto della Causa che vorrebbe cancellare.


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