Da ragazzo ero un anarchico militante, uno dei pochi che si era letto tutti i libri che inneggiavano alla libertà. Tutti meno quello che non fu mai scritto. Crescendo ho cominciato a riflettere su alcune cosucce che la vita mi rifilava con sdegno, e ho dovuto ammettere che dei princìpi ci dovessero essere se l'universo tremava meno di quanto tremassi io. Ammettere non necessita aderenza, si può anche ammettere con qualche difficoltà, perché le vecchie convinzioni non lasciano la loro presa senza lottare; ma la vita è paziente perché sa che, alla fine, la verità viene a galla, anche dopo che la si è ammazzata. Così, presto o tardi la si deve ripescare, e fare la respirazione bocca a bocca non è facile, a una vita che è stata decomposta dalle illusioni facili, ma lo si deve fare se si vuole vederla risplendere nei suoi princìpi costitutivi. Alla fine si è contenti di averla resuscitata anche se, in realtà, è stata lei ad aver resuscitato te...
Poichè anarchico lo sono (stato?) anch'io ti vorrei esprimere ciò che penso sia l'Anarchia.
RispondiEliminaObbedire alla Legge Interiore. Dopo che hai obbedito a quella non sussiste più la necessità di obbedire ad una qualunque legge esteriore perchè è già cosa fatta. In automatico!
Definisco Legge Interiore: ciò che esprime la propria coscienza riguardo a qualsivoglia problematica.
Certo, esiste la possibilità che, pur in buona fede, la propria coscienza sbagli ma.......si gioca con le carte che si ha in mano.
La coscienza è data dal sapere di esserci, ed è su un piano diverso da quello della consapevolezza, la quale è il conoscere le ragioni per le quali si è. L'anarchismo è la negazione dei princìpi universali, nella devozione di ipotesi personali che sono necessariamente diverse per ognuno. È anche la negazione dell'Intelligenza universale e della dottrina metafisica che ne è l'espressione. L'iniziazione è questo: l'entrata nella sfera dell'intelligenza universale che vede al di sopra del tempo.
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