Considerazioni attorno ai princìpi universali che legiferano l'esistenza, e racconti sulle loro conseguenze nel dominio relativo nel quale si dispiega la manifestazione della realtà. In mezzo a tutto questo ci infilo, ogni tanto, anche racconti umoristici, secondo la natura che mi trascino dietro o che trascina me. Non si è ancora ben capito in che ordine ciò accada.
giovedì 16 maggio 2013
Fuori di sé
L'essere fuori di sé ha un doppio significato: dato il sé come essenza spirituale, centrale e universale, dunque identica per tutti gli esseri, che è radice della manifestazione, esteriore ed egoistica chiamata "ego", si deve dire che la maturità di un individuo è in relazione al grado di prossimità dell'ego al sé. Più gli è vicino e meglio stanno le cose per quell'essere che è accanto alla consapevolezza di sé. Detto questo va ricordato che le ragioni per essere fuori di sé sono tante e diverse tra loro quanti sono gli individui sulla lunga strada che conduce a essere consapevoli e centrati universalmente alle proprie possibilità di essere. In dipendenza della qualità di queste ragioni cambierà il modo di essere fuori di sé. In tutto l'Oriente chi è fuori da sé è visto come un essere toccato dal Cielo, perché la follia può essere la conseguenza di un allontanamento anche dalla superficialità dell'ego. Fuori di sé lo si è certamente, ma fuori dal lato oscuro di sé significa essere più vicini al Cielo anche se è una vicinanza passiva, dunque limitata dal dover subire volontà altrui. Diversamente la lontananza dal sé centrale è segno di immaturità, ma non è l'unica condizione necessaria per essere invasi dal male, perché c'è un lato nascosto in ognuno che ripara dal male proprio attraverso la non consapevolezza che costituisce una barriera insuperabile per le orde di Gog e Magog. Il male non si accontenta della superficiale stupidità, vuole corrompere in profondità, ed è per questo che per essere preda del male occorre volerlo con forza, e con quello che resta della propria malata intelligenza. Essere "centrati" nel sé implica la realizzazione spirituale che è identificazione con l'Assoluto, e chi credesse di esserci vicino solo per il fatto di pensarlo mostra di esserne molto, ma molto lontano... La condizione indispensabile all'avvicinamento, che è maturazione delle proprie possibilità di perfezione, è data dall'essere stati iniziati da un vero maestro, il quale ha trasmesso l'influenza spirituale proveniente dall'Assoluto, e l'ha trasmessa per volontà espressa dall'Assoluto attraverso segni inequivocabili. L'iniziazione è solo il primo passo verso l'entrata nella sfera spirituale, compiuto attraverso la consapevolezza al di sopra del tempo dei princìpi universali che ordinano la manifestazione dell'esistenza. È detto che rari siano gli iniziati al Mistero dello Spirito, ma una moltitudine rispetto a quelli che muoveranno il secondo passo entrando nel fiume che divide la sponda dell'individuale da quella dell'universale. Ancora è detto che molti sono quelli che vi annegano nel tentativo di imparare a nuotarvici, e quasi nessuno arrivi ad appoggiare il piede sull'altra sponda.
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