sabato 18 maggio 2013

Felici di non sapere o felici di conoscere?


Come si possa cercare la felicità in un mondo di persone che soffrono resta un dilemma di facile soluzione che può avere una sola risposta: l'egoismo sfrenato. A meno che la propria felicità non la si cerchi nella felicità altrui, in quest'ultimo caso la risposta è altrettanto univoca: altruismo sfrenato. Ma si può essere sicuri che sia la felicità l'obbiettivo dell'esistenza? Un'esistenza che è molto più del suo aspetto emotivo, e la felicità è un'emozione. Non sarebbe il caso di guardare alle possibili ragioni che si possono avere per liberare questo pregevole stato emotivo? Quali dimensioni dell'essere sono in grado di assicurare un'emozione duratura nel tempo, considerato che poche cose sono labili, e soggette a variare d'intensità, come lo sono gli stati emotivi? Tutte queste domande necessitano di risposte, e questa necessità induce a pensare che solo il conoscere può assicurare una dimensione interiore così stabile da riflettersi nella felicità capace di mantenersi viva anche nelle difficoltà date dal vivere.

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