Infinito. Una parola che non dà tregua all'intelligenza, almeno alla mia. Sul fatto che l'Infinito non abbia un inizio ci si può anche astenere dallo sbrigliare l'immaginazione, ma che non abbia fine lascia stupefatti tutti quelli che vivono nell'obbligo dato dal dover prevedere una fine. Naturalmente l'intelligenza, almeno la mia, dice che l'universo non può essere infinito; è una questione di logica quella che dice esserci una gerarchia che vuole la causa essere sempre maggiore degli effetti che avrà. Dunque, essendo l'Infinito privo di limiti, ed essendo il limite la prova di un'inferiorità nei confronti di ciò che limiti non ha, si è costretti ad ammettere che l'universo dei limiti deve averceli. La mia intelligenza, nonostante i miei tentativi di tenerla a freno, dice anche che l'universo potrebbe essere definito come la somma dei limiti dai quali è circoscritto. Lo vedo anch'io che parrebbe una cavolata dirlo, ma lo è solo dal punto di vista umano che ha tutta l'aria di essere un fanatico del limite. In definitiva (non ho trovato un'espressione meno adatta) ci troviamo immersi in una sorta di bolla i cui orizzonti fuggono come l'orizzonte che recinta casa mia. Quando un limite mostra di essere irraggiungibile dice anche di appartenere a una sfera. Non si fatica ad ammetterlo dal momento che tutto il cielo sopra di noi è approssimativamente sferico, come lo sono i pianeti e le loro orbite. Approssimativamente si è costretti a dirlo perché la dimensione materiale è piuttosto distante dal riuscire a essere perfetta, e non sta a me fare di più per convincere un umano sul significato da attribuire all'imperfezione. Il movimento al quale ogni cosa esistente è sottomessa è lì a dircelo, perché la perfezione ostacolerebbe ogni doversi muovere. Ogni passo è compiuto per aggiustare un movimento che ha perduto il proprio equilibrio, ed è una pena dover fare tanti passi per non arrivare da nessuna parte, almeno questa è l'accusa che la mia intelligenza fa a se stessa. Vien da pensare che anche il nostro cuore pulsi continuamente perché a ogni battito sistolico che non lo soddisfa del tutto... lui ne oppone uno distolico che non lo soddisfa del tutto, e quando è innamorato quello squilibrio aumenta enormemente d'intensità. In presenza dell'amore tutto il cosmo accelera il suo correre, i passi si fanno svelti, il cuore diventa un tumulto di emozioni e l'orizzonte pare essere più lontano, perché quando ti vede correre corre anche lui di conseguenza. Infinito è una una parola che obbliga a correre, e pare quasi sapere che l'intelligenza individuale di chi corre ha sùbito il fiatone dato dall'essere interessata più a se stessa che alla temuta, perché tanto difficile da conoscere, verità.
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