lunedì 6 maggio 2013

La superiorità intellettuale


Quando si è obbligati ad ammettere che un'intelligenza è superiore a un'altra intelligenza? Per rispondere a questa domanda è necessario specificare cosa l'intelligenza è. Mica è facile dirlo, perché ci sono tanti modi per essere intelligenti quante sono le persone, gli animali e le piante che utilizzano la loro l'intelligenza per convincersi di essere intelligenti. Così si deve dire che i modi dell'intelligenza si trovano su piani diversi tra loro, in funzione delle diverse realtà alle quali l'intelligenza deve dimostrare di non essere stupida. Uno è intelligente nel riuscire a sopravvivere e un altro lo è nel lasciarsi morire, perché sopravvivere a un torturatore che ti taglia a pezzi non conviene che al torturatore. Dunque l'intelligenza, nella sua definizione generale che quasi mai conviene al particolare, è data dal riuscire a penetrare la realtà fino alle sue ultime ragioni d'essere. Il problema deriva dal fatto che se non si conoscono le prime ragioni d'essere della realtà... è impossibile sapere quali siano le sue ultime, perché per comprendere la natura di un effetto occorre conoscere qual'è la natura della causa che l'ha determinato. Se questo effetto è la realtà bisognerà conoscere la causa che l'ha prodotta. La superiorità di un'intelligenza è necessariamente data da questo conoscere, e qui si apre una nuova prospettiva perché l'intelligenza individuale appartiene a un ordine di realtà che è sottomesso allo scorrere del tempo, nella consequenzialità attraverso la quale la mente ragiona. È, questo suo ragionare, un procedimento che utilizza la consequenzialità logica, chiamata impropriamente razionalità, perché si avvale del pensiero seguendo vie induttive e deduttive per trarre da ogni analisi la sua propria sintesi. L'intelligenza è quindi costretta a muoversi all'interno dei propri limiti che non le consentono di uscire dal recinto di ipotesi che è costretta a costruire, nel tentativo di recintare la realtà per poterla comprendere. In questi modi costruisce sistemi di pensiero che, per essere sistematici, sono costretti a escludere tutto ciò che non rientra nella visuale delle ipotesi iniziali, individuate come possibili. La realtà, però, nulla esclude da sé, perché è una totalità nel suo essere la relativa composizione di parti che sono in relazione tra loro. Questo significa che ogni sistema di pensiero, ogni ideologia, dovendo escludere per riuscire a essere, non sarà mai in grado di comprendere, nella sua interezza, la realtà nelle sue molteplici e indefinite sfaccettature. Ne deriva che la superiorità di un'intelligenza non può essere correlata a un qualunque sistema di pensiero, ma dev'esserlo al suo saper superare il pensiero sistematico. Nessuna intelligenza individuale può superare questo gravoso limite, perché il pensiero è, per sua natura, limitato dalla necessità di creare sistemi interpretativi. L'intelligenza superiore non interpreta, ma vede la realtà per ciò che essa è, e la vede per la consapevolezza dei suoi princìpi che sono universalmente applicabili a tutto ciò che è. L'intelligenza che vede la Verità universalmente applicata non è più un'intelligenza individuale, ma è universale. Non si avvale della logica e del raziocinio che per decodificare ciò che vede attraverso l'Intuito universale, per tradurlo in parole quindi, ma quando traduce... quella visione è costretta a rientrare nei limiti dati dall'intelligenza individuale, e questo ridurre rende impossibile comunicare l'essenza della Verità, perché essa non è relativa. La Verità contiene, come una sua possibilità di essere, la logica, e la logica non può comprendere la Verità nella sua totalità, allo stesso modo nel quale un contenuto non può contenere il proprio contenitore. L'intelligenza universale alla quale l'essere umano può avere accesso, per volontà dell'Assoluto, è madre dell'intelligenza individuale e la contiene. Per questo se si possono stabilire, con grandi difficoltà, i gradi gerarchici sui quali sono disposte tra loro le diverse qualità che possono avere le intelligenze individuali, non è possibile confrontare l'Intelligenza universale con quella individuale. Si deve anche dire che se le intelligenze individuali sono una diversa dall'altra, l'Intelligenza universale è una soltanto, e mostra gli stessi princìpi a chiunque vi abbia accesso.

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