Stare dalla parte dei derelitti, degli sfruttati e della povera gente, è parte essenziale dell'insegnamento lasciato dal Cristo. Non ho scritto "cristiano" perché oggi l'essere cristiani può certamente implicare la comprensione dei princìpi mostrati dal vivere del Cristo, ma troppo spesso di quella comprensione non c'è traccia in coloro che nascondono dietro al cristianesimo i propri interessi personali. Finte chiese con dentro finti fedeli innalzano al Cielo soltanto il bisogno di coesione sociale, lo stesso che tiene unite le persone alle feste di paese. Il prete ormai ha un ruolo di coordinatore sociale, ed è anche discarica dove riversare peccati veniali che fingono di credersi gravi… allo scopo di riuscire a nascondere peccati inconfessabili. È in questo degradato scenario dove l'opus dei, la compagnia delle opere, comunione e liberazione, lo IOR dei faccendieri mafiosi vaticani hanno ridotto il cristianesimo a essere la squallida finzione che è; su questo palcoscenico della truffa l'essere il prete dei diseredati e degli afflitti ha il valore spirituale che solo il sapersi sacrificare per gli altri può rendere sacro. Il sacrificio di sé è la chiave che trasforma la sconfitta in una vittoria, il rifiuto di ferire diventa la propria ferita, dalla quale il sangue sgorga per offrirsi a chi ha sete. Il prete capace di vivere questa dimensione dell'essere non ha una collocazione politica diversa dall'essere un vero cristiano. Sono i falsi cristiani che spingono quel prete verso la parte avversaria, ma in realtà sono loro a essere la parte avversa alla verità di ciò che il cristianesimo deve essere. Don Gallo, come anche Don Ciotti, è un vero prete cristiano, e la sua vicinanza ai centri sociali e ai movimenti di sinistra è una vicinanza di intenti, non di princìpi, perché il pensiero comunista è materialista e tende a escludere la spiritualità, per questo non appartiene al vero cristianesimo. Non significa poi molto, per fortuna, perché le persone vivono scegliendo il lato della vita che pare loro essere quello giusto, e spesso lo fanno in contrasto coi valori che si sono date, così a volte anche chi è materialista, dunque disposto a dar fiducia alla pesantezza dell'insensatezza casuale, lascia dietro di sé e a bocca asciutta il proprio credere per inchinarsi al bisogno di aiutare gli altri. La parte nobile dell'essere di sinistra è, in questo modo, più vicina al cristianesimo di quanto essa non creda, più vicina di quanto non sia il Papa, con tutto lo Stato del Vaticano che trascina impettito dietro di sé un porporato che ha cessato di ricordare il rosso del sangue di Cristo per evocare quello versato dalle vittime delle speculazioni bancarie. Don Gallo è stato e sarà il prete dei poveri, non un prete comunista, allo stesso modo in cui un comunista che aiuta un disperato si trasforma in un, tanto vero quanto raro, cristiano.
Lo sottoscrivo profondamente, pienamente. Con commozione.
RispondiEliminaNon ho potuto fare a meno di pensare a mio padre, comandante partigiano, comunista, sindacalista. Sempre dalla parte dei deboli, della giustizia, dell'onestà. Mangiapreti e ahimè non credente.
Ma mille volte più cristiano di tanti sedicenti cristiani.
Ora che non è più in questo deserto che qualcuno, con grande ottimismo, chiama pianeta terra, mi piace pensarlo in compagnia di Cristo. Magari non proprio assiso alla Sua destra ma..........a sorseggiare un buon bicchiere di lambrusco e dire tra sè e sè: "caspita! Mio figlio aveva ragione: non finisce tutto con la morte!"
Non chiudo con un abbraccio ma con un brivido. Lungo tutta la schiena.