Chi conoscesse la Verità dei princìpi universali dovrebbe astenersi dal dichiararlo, perché essendo una conoscenza incomunicabile non sarebbe comunque creduto. Inoltre, chi conoscesse questa Verità, saprebbe che il credere e il non credere, non essendo il conoscere, non sarebbero dimensioni auspicabili, così, se anche si dovesse essere creduti, si avrebbe il dovere di evitare che ciò possa accadere. Io me ne sbatto, e dichiaro quello che sarebbe opportuno tacere, ma lo faccio solo perché, essendo una persona non credibile, non corro rischi che qualcuno possa credermi, e quando mi dovesse capitare di incontrarne uno tanto fesso non dovrei faticare a convincerlo che il credere ha il solo vantaggio di essere preferibile alla malvagità, quando non sia un credere alle forze del male.
A qualcuno potrebbe venire in mente di chiedermi perché parlo di realtà che non suscitano interesse alcuno, e devo dire che me lo sono chiesto anch'io, dandomi l'unica risposta per me possibile: perché quando ero cieco desideravo ci fosse qualcuno capace di stimolare il mio nervo ottico moribondo...
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