Una delle assurde credenze che questa nostra civiltà si è data sta nella convinzione che il nuovo sia implicitamente più desiderabile del vecchio. È una convinzione derivata dall'errata teoria che interpreta l'evoluzione come fosse un automatismo esclusivamente legato allo scorrere temporale. Oggi si crede che primitivo indichi rozzo, e lo si pensa perché la scienza porta come esempio tribù di persone che hanno perduto i legami con la loro tradizione culturale, e si sono ridotte a essere inselvatichite collettività dedite alla pura sopravvivenza.
La scienza assegna valori alle cose secondo parametri di ordine quantitativo, nella convinzione che il moltiplicarsi dell'uno nei molti attribuisca a questi molti anche qualità corrispondenti a quella moltiplicazione.
Naturalmente ogni persona anziana intuisce che il nuovo non è necessariamente meglio del vecchio... solo perché ha più tempo a disposizione per peggiorare... :D
In realtà l'evoluzione ha, come rovescio della medaglia, l'involuzione.
Evoluzione significa soltanto attuazione delle potenzialità implicite al proprio essere, ma se queste ultime, invece di trovare una soluzione armonica si esaurissero nell'inazione o, peggio, seguissero una direzione contraria a ogni possibile miglioramento... il nuovo determinerebbe il degrado che conosciamo.
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