domenica 31 marzo 2013

Filosofia e politica


Intanto sarebbe il caso di precisare che il termine "filosofia" è un generico e improprio modo di unificare opinioni diverse tra loro, diverse fino al mordersi vicendevole dato dal contrasto feroce, espresse da chi ha una qualche vaga attrazione verso un conoscere che ha flebili legami qualitativi con la realtà dei fatti. La politica, dovendo fare i conti con le intelligenze da imbrogliare, si appoggia alle filosofie considerate di volta in volta più opportune, allo scopo di giustificare le decisioni prese. Il grave difetto della politica è implicito nel fatto che essa si considera il modo migliore che c'è per garantire a ogni uomo il benessere materiale e, di conseguenza, anche quello spirituale, però inteso come dovesse essere la comodità data dal non stare fra quelli che la politica opprime. In realtà la politica è il modo più lontano tra quelli che favoriscono il miglioramento, interiore perché individuale, la cui somma è in grado di migliorare la qualità di una collettività. Collettività che, non dimentichiamolo, rappresenta una realtà di ordine quantitativo essendo il risultato di una semplice moltiplicazione di individui e, in quanto tale, incapace di entrare nella sfera delle intenzioni che qualifica ogni persona, allo scopo di modificarla. Al contrario è la persona che entra nella sfera collettiva, tramando e ordendo allo scopo di fare i propri interessi. Da questo agire solo in pochi si salvano, e sono quei pochi che hanno un sogno che è il bersaglio preferito dei molti che imbracciano l'odio... credendolo una inderogabile necessità che ha il bene quando vuole imporsi.

Nessun commento:

Posta un commento