Ci si immagina la felicità come fosse uno stato di euforia continua, ma quando l'euforia è continua si sta come un cocainomane all'ultima fermata prima del capolinea della disperazione. Invece la felicità, oltre a non essere necessariamente euforia, a meno che non sia uno stupido a essere felice, la felicità, dicevo, è diversa per ognuno e ha le sue gradazioni, che sono in relazione alla fatica fatta per essere ottenuta. Per un free climber è felicità rischiare la vita su uno spuntone a strapiombo sull'incubo, mentre per un chierichetto è l'essersi ricordato le procedure della messa, e averle seguite e servite senza inciampare sugli scalini dell'altare. Io sono stato felice tutte le volte che mi riusciva di passare una frontiera senza che i doganieri capissero dove avevo imboscato l'hashish. Se la felicità relativa è l'effetto dato dalle situazioni migliori della vita, la felicità totale, non essendo relativa, non dipenderà dagli accadimenti, ma sarà lei a far accadere gli eventi. Si deve dire che se ci sono miriadi di felicità legate agli accadimenti... ci deve essere una Felicità unica e totale che è la causa delle molteplici felicità parziali. Poiché il basso è come l'alto ma capovolto, la Felicità totale non dipenderà da come vanno le cose, ma sarà lei a farle andare nel modo più armonico possibile.
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