lunedì 4 marzo 2013

Una grave ingiustizia commessa da persone che si credono intellettuali



Saramago ignora che il termine religio indica, prima di ogni altra cosa, l'auspicabile connessione dell'uomo col Sacro. La qualità delle relazioni che ha un individuo con gli altri uomini da quella connessione sarà decisa. Dunque se l'uomo in questione non si accosta alle esigenze della sacralità trascendente non riuscirà nemmeno a stabilire un corretto rapporto col resto dell'umanità. Sacro che è radice di sacrificio, perché la manifestazione dell'esistenza è al sacrificio del sacro che deve il suo essere. Gli esseri sono considerati lacrime del Cielo. Il sacrificio di un uomo è rivolto alla rinuncia dei propri aspetti marginali e superficiali e deve essere orientato alla centralità spirituale che è ragione d'essere di ognuno. Dunque sacrificio del proprio egoismo e disponibilità a donare sacrificandosi. Il fatto che in questa necessità di donare si innestino moltitudini di preti con gli occhi iniettati di sangue e l'acquolina in bocca, intenzionati a guadagnarci utilizzando il sacro per giustificare i propri crimini... nulla toglie alle intenzioni intrinseche alle religioni monoteiste. Saramago è a questi falsi rappresentanti religiosi che deve rivolgere le sue accuse, altrimenti, dicendo quello che ha detto, si trova nella condizione di accusare la verità di essere stata pronunciata da un bugiardo.

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