Se un saggio dichiarasse di essere un saggio sarebbe da tutti considerato un folle. Questo costringe i saggi a camuffarsi da folli, perché la saggezza vera non è amata dalle persone che non sono sagge. In tutte le tradizioni dei popoli del pianeta il saggio, che è anche necessariamente un santo, assume le apparenze di un mendicante, non certo perché la povertà o la ricchezza abbiano a che fare con la perfezione di un essere, ma a causa della necessità di nascondersi tra il volgo. È quest'ultimo strato sociale che sa conservare la tradizione, attraverso la capacità di memorizzare ciò che non comprende nella sua essenza, senza apportare degradanti variazioni, come farebbe chi credesse di aver compreso, nella loro interezza, le verità dette dal saggio. È chiaro che dovrebbero essere i molti a imparare dal saggio, non il contrario, perché il saggio impara dal Cielo, non dalle miserie umane. Che significa imparare dal Cielo? Significa poter comunicare col Centro di sé, che dà la Certezza dei princìpi universali che sono norma dell'esistenza. Princìpi dai quali la logica che rifiuta la contraddizione sa considerare le conseguenze dirette e indirette. I rari individui che hanno, per volontà dell'Assoluto, accesso a questo conoscere non mediato dalla mente sono chiamati dalle tradizioni dei popoli: Illuminati. Per diretta conseguenza l'illuminazione interiore è la realtà più falsificata, perché meno compresa, che c'è.
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