venerdì 22 marzo 2013

Gli stati molteplici dell'essere per la metafisica


Ci dev'essere qualcosa in tutti noi che tiene memoria di ciò che siamo, mantenendola viva anche nell'istante eterno al di sopra del tempo. Questa specie di memoria costituirà l'eredità che il nostro aver vissuto lascerà alla centralità spirituale, identica per tutti gli esseri, ma con questa memoria in sé che è diversa per ognuno, la quale vivrà altri stati dell'essere nel suo inseguire la perfezione. Non mi riferisco alla teoria reincarnazionistica, che è solo la trasposizione popolare e superficiale della pluralità degli stati che un essere attraversa, nel suo sempre diverso bisogno di manifestarsi ciclicamente, fino a quando gli sarà possibile identificarsi a ciò che è in realtà e che il suo vivere gli fa scordare. Ogni essere è identico a se stesso per una sola volta, ma essendo ognuno la manifestazione differenziata del Sé assoluto, identico per tutti, si esprimerà in ogni nuova manifestazione di sé, in altri stati diversi da quello che è stato lasciato morendo, avendo inclinazioni personali dipendenti dalla memoria interna del Sé che porta traccia dell'ultima esistenza vissuta con i risultati ottenuti. In realtà è sempre lo stesso Assoluto che si riflette in ogni esistenza particolare, e vi si riflette seguendo la sua legge che impone la diversità a ogni nuova nascita. Ogni nuova nascita sarà diversa da tutte le altre della storia, e ognuno di noi avrà una sorta di erede che a propria volta avrà altri eredi diversi, che nasceranno in chissà quale piano di realtà, diverso da quello che ognuno ha sperimentato vivendo, perché nulla si ripete. Sempre tutto sarà rinnovato attraverso la diversità, ma lo sarà in conseguenza di quello che si è riusciti a essere ogni nuova volta che si è vissuti. 

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