Le persone che scelgono di tendere la mano al bene scelgono la solitudine che accompagna il bene, perché ogni armonia inizia sempre con una sola, flebile, nota. Nel mondo dove strepita la lotta per affermare la propria individualità, l'armonia appartiene al silenzio nel quale le intenzioni altruistiche rinunciano alle giustificazioni, perché il bene si giustifica tacendo. L'individuo che sceglie di aiutare gli altri decide, in quel scegliere, di sacrificare se stesso, obbedendo alle leggi dello spirito che governa l'esistenza. Un'esistenza che mette alla prova nell'apparire ciò che essa non è. Esistenza nella quale il sacrificio di sé sembra essere la debolezza che consente alla vita di continuare a vivere approfittando della morte altrui. È la paura di morire che rafforza l'egoismo, e l'angoscia di un vivere, del quale sfuggono le ragioni, spinge esseri accecati dal terrore a unirsi ai predatori. Questo è il mondo dove il Silenzio osserva il male condannarsi alle urla del proprio rimpianto, il mondo dove la giustizia infligge la pena che si prova quando si è incapaci di amare.
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