venerdì 5 aprile 2013

La leggerezza della perfezione


Ci sono giorni che pare siano velati di inquietudine, un velo attraverso il quale tutto sembra essere vicino a un imminente disastro. Altri dove tutto esprime serenità e gioia. Questi giorni nascondono qualcosa che non si riesce a scorgere, perché le ragioni che ha la paura di vivere sono sconosciute tanto quanto quelle che si hanno per sorridere al mistero che guida lo scorrere degli eventi. Il lasciarsi andare alla gioia cela gli stessi pericoli che ha il farsi assalire dal timore. Occorre osservare la nascita dei nostri stati d'animo con distacco emotivo, quello che consente di scostare i veli che occultano le ragioni del nostro interpretare la vita… facendolo attraverso gli interessi che vorremmo fossero soddisfatti. Così facendo potremo indagare la natura dei recessi indesiderabili della nostra personalità, nel rifiuto di mentire a noi stessi. Nessuna vittoria al mondo può eguagliare quella contro il rifiuto di essere la perfezione che potremmo essere.

2 commenti:

  1. Sono fortissimamente d'accordo: mi sono sempre chiesto da cosa dipende esattamente la nascita dei miei stati d'animo.

    Ovviamente quelli conseguenti ad eventi sono più o meno identificabili. Ma gli altri? Dormito male? Digerito male? Oppure nel caso opposto un angelo ti ha dolcemente "toccato"?

    Ci vuole una capacità introspettiva, una intuizione, lo riconosco, superiore a quella di cui dispongo.

    Nel mio caso il distacco emotivo non è sufficiente. E nemmeno la matura accettazione dei miei limiti.

    Per quello che riguarda la perfezione sono purtroppo a lamentare che, pur dopo tanti anni di combattimento, ancora oggi non riesco a fare il bene che voglio ma faccio il male che non voglio.
    Sarà che vorrei fare troppo bene..........

    Purtuttavia mi riconosco nello stato d'animo di chi afferma che l'unico insuccesso risiede nello smettere di lottare.

    RispondiElimina
  2. Un lottare che ha avuto un inizio dovrà pure poter finire, per questo non si deve lasciare la presa con la quale si scuote la debolezza che ci induce a dormire. Non si può pretendere, però, di riempirla di legnate, perché inevitabilmente si rischia l'inutile rissa contro se stessi. Imbrogliarsi dolcemente, rifilandosi un calcione ogni tanto, dovrebbe poter funzionare... :D

    RispondiElimina