Il punto di vista che ha generato la considerazione sul valore del tempo è errato, perché il regalo più grande non è il tempo, ma il proprio sapersi sacrificare, che in realtà è un regalo donato a se stessi, dovuto al fatto che la consapevolezza personale, vera conoscenza a carattere universale perché priva del dubbio, aumenta con l'avvicinarsi al Centro universale di sé, che è identico al Centro assoluto il Quale, a sua volta, sacrifica incessantemente la propria volontà per lasciarci liberi di decidere chi o cosa essere. Inoltre quel punto di vista considera il tempo come fosse una proprietà personale, una ricchezza da non disperdere, mentre questo stesso tempo sorride di comprensione per l'ingenuità che motiva questa visione, perché l'istante nel quale siamo tutti immersi non corre come ci fa credere, ma è sempre lì che ci guarda corrergli dietro come se lui scorresse davvero, inseguito da chi pensa che sia una ricchezza da non farsi sfuggire. La felicità dura un istante proprio per questo, e per la stessa ragione la si perde perché si insegue ciò che è già qui, davanti a noi, senza che la si sappia riconoscere. Infine, il tempo dedicato è condiviso, mai regalato come fosse un mattone, e la sua qualità è in dipendenza di come è vissuto insieme alle persone con le quali si vive evitando di fissare le lancette nell'angosciante contare i secondi che il nostro egoismo sta perdendo.
È singolare quanto una considerazione che mostra uno smisurato egoismo possa essere presentata come fosse il frutto di un altruismo, ma più strano ancora, anche se molto significativo, è il fatto che una moltitudine di individui non disponga degli strumenti intellettuali per accorgersene...
È singolare quanto una considerazione che mostra uno smisurato egoismo possa essere presentata come fosse il frutto di un altruismo, ma più strano ancora, anche se molto significativo, è il fatto che una moltitudine di individui non disponga degli strumenti intellettuali per accorgersene...
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