Quello che stiamo vivendo è un periodo storico inadatto alla spiritualità. I computer sono distanti dalle capacità intuitive umane quasi quanto lo è l'uomo stesso. La diffusione delle possibilità comunicative è oggi talmente amplificata da valere poco, perché insieme a essa viaggia la menzogna. Ognuno sta chiuso nel proprio minuto mondo, nutrendo fondati sospetti attorno alla veridicità di ciò che altri come lui scrivono. La facilità con la quale si possono reperire informazioni, spesso imprecise o persino false è impressionante, e sono molti coloro che trovano divertente aggirare la verità di ciò che essi stessi sono. Ne deriva una confusione inestricabile di dati che si accavallano tra loro, frutto di un'agitazione che ha tutta l'aria di essere tesa ad affermare personalità depresse e insicure, che nel Web trovano possibilità di realizzare non se stesse, ma soltanto le proprie frustrazioni. È per questa ragione che affrontare argomenti seri e importanti è poco utile per aiutare il mondo, perché il rischio di svilire la verità resta elevato. Nonostante questo il mio scrivere insiste a esprimere antichi valori dimenticati, illustrando conseguenze che princìpi universali, troppo difficili da far comprendere direttamente, determinano, e spesso il mio esporre dice cose che solo a me servono, per ricordare che distrarsi dai propri obiettivi è come tacere a se stessi le proprie, ineludibili, responsabilità.
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