Inutile negarlo, tutte le concezioni umane nascono dalle idee che compaiono, più o meno improvvisamente oppure coltivate nel tempo, nella mente dell'uomo. Uomo che non ha alcuna idea di quale sia la fonte delle proprie idee. Lui semplicemente le pesca, o loro pescano lui sorprendendolo, da dove nessuno riesce a immaginare, o quasi, perché io so esattamente da dove esse zampillano, o quasi... La loro fonte è il Mistero assoluto, anche chiamato dall'umanità: "spirito". Lo spirito non è il fantasma di un defunto, quella è un'estensione laterale del termine usata perché caratterizzando un mistero, bene si adatta a indicare un altro mistero minore, come è quello rappresentato dal destino che le persone decedute vivranno (si fa per dire) dopo essere morte.
Per spirito si dovrà intendere proprio il Mistero, quando osservato attraverso le intenzioni che ha avuto quando ha generato l'esistenza. Essendo assoluto lo spirito non può essere definito in senso propositivo, perché ogni definizione corrisponderebbe a una restrizione che l'Assoluto non può avere. È per questo che ci si è rassegnati a dover ammettere di poterne parlare esclusivamente in termini negativi, perché l'unico modo di definirlo è nel dire ciò che lo spirito non è. In fondo l'uomo è abituato a questa cecità; chiama la matematica e la geometria "scienze esatte", pur sapendo che entrambe nascono dal Mistero. Il punto geometrico, analogamente all'unità matematica e all'istante temporale, rappresenta la nascita di un universo che da quel punto privo di estensione ha avvio, e si moltiplica per divisione nella molteplicità indefinita che è simile a un orizzonte che non si lascia afferrare. L'uomo usa il termine "spirito" per indicare un'intenzione, così una manifestazione di persone pacifiste è detto abbia uno spirito pacifico, mentre una guerra ne ha un altro in opposizione a quello. In realtà la cosa che è più vicina alla possibilità di descrivere cosa lo spirito sia è l'intelletto. Non quello individuale e umano, certo, ma quello dal quale quest'ultimo è stato generato: l'Intelligenza universale sovra-individuale. Un'Intelligenza è detta universale quando contiene tutto l'universo perché, essendo la sua causa prima, le è superiore, come è superiore ogni causa nei confronti degli effetti da essa determinati. Dunque l'intero universo che comprende tutto ciò che è esistente e manifestato, con tutte le possibilità di manifestazione che ancora non sono mature per essere, insieme alle sue possibilità di "Non manifestazione", costituisce il tessuto di una realtà che è stata ricamata dal Mistero ineffabile, il Quale si esprime attraverso l'Intelligenza universale, evidentemente intenzionata a dare la possibilità di raggiungere la perfezione delle proprie possibilità di essere a ogni componente che partecipa a questa imponente realtà universale, della quale siamo sì granelli di polvere, ma anche detentori di intelligenze individuali, il più delle volte solo potenziali, che devono crescere ognuna per via personale e unica, così da meritarsi il loro essere parte attiva dell'universo che le lascia libere di scegliere, per sé e anche per altre realtà diverse da sé.
Le idee quindi sono rappresentazioni individuali che hanno avuto avvio dal mistero che è in noi tanto quanto noi siamo in Lui, in dipendenza del punto di vista dal quale questa realtà è osservata. Un mistero individuale che è figlio, perché emanazione indifferenziata, del Mistero universale. È sempre un unico Mistero, unico perché assoluto e indiviso, ma che riflette se stesso negli indefiniti suoi raggi che si riflettono nei cristalli dei quali l'esistenza è composta. Ognuno attinge le proprie idee da questa mirabile e infinita fonte, ma le idee non sono infinite, perché l'ispirazione derivata dall'intuizione deve restringersi a misura di ciò che ognuno di noi è riuscito a essere, assumendo la forma che il restringimento della nostra qualità interiore ed esteriore impone. L'idea diviene, in questo modo, personale, nel suo allontanarsi dalla Verità di quel Centro che è identico per tutti. È per questo che nessuna idea può essere identificata alla Verità. È per questo che nessuna filosofia è in grado di centrare la Verità. L'unica conoscenza in grado di farlo non può essere una conoscenza a carattere individuale, ma deve essere universale allo stesso modo del Mistero che indaga. Il centro spirituale di ogni uomo è questa universalità, e quando un essere comunica consapevolmente con questa centralità non ha più idee personali, perché conosce l'universalità dei princìpi dai quali la realtà tutta prende avvio... per dirigersi verso la perfezione priva di estensione dalla quale tutto nasce, vortica e, infine, si rigenera in nuovi e diversi stati dell'essere. Questo fino a quando la perfezione non sarà conquistata per sempre, attraverso l'identificazione di sé col Mistero assoluto.
Quella appena illustrata non è un'idea, ma un frammento della metafisica universale che sa cosa un'idea è.
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