Il male non deve essere accettato per essere compreso nelle sue intenzioni. Bene e male sono aspetti in correlazione tra loro dell'unità, e mai possono essere ridotti l'uno all'altro, nel senso che la visione monistica che riduce il male al bene è errata, trattandosi di un'opposizione che si trasforma in complementarità, come è per tutte le opposizioni, prima di risolversi nell'unità dalla quale l'opposizione è stata generata, Unità superiore sia al bene che al male, e questo reintegro non è attuato dalla riduzione di uno dei due poli nell'altro, ma dal superamento sia dell'opposizione che della complementarità, e questo superamento lo si ha nella centralità generatrice che è priva di opposizioni. Per fare un esempio che sia meno difficile da comprendere, userò l'immagine geometrica di un centro e della circonferenza che gli sta attorno: il centro è un punto unico, privo di estensione e di forma perché non sottomesso all'estensione, in quanto causa dell'estensione stessa, mentre la circonferenza è costituita dal capovolgimento dell'unico centro il quale, per moltiplicazione si riflette nelle sue speculari possibilità, dividendosi nella rifrazione dei molteplici punti unici di cui è composta la circonferenza. Punti geometricamente diversi tra loro a causa del loro differente orientamento all'interno dell'estensione che è stata generata. L'orientamento spaziale determina la qualità di ognuno dei punti sulla circonferenza, e la diversità della sua visuale nei confronti del punto centrale dal quale tutti i punti hanno avuto origine. Il centro è al di là del bene e del male, mentre sulla circonferenza bene e male convivono in relazione tra loro, definendosi vicendevolmente in relazioni mutevoli e, su un determinato piano di osservazione, questa relazione è inconciliabile, nel senso che un punto è bene e quello che gli si oppone è male e l'uno esclude necessariamente l'altro. Su un livello di considerazione più elevato l'opposizione diviene apparente e i due punti, che sono i due poli dell'opposizione appena considerata, cercano il loro equilibrio attraverso l'avvicinamento al punto centrale che è il fulcro del loro bilanciamento. La loro lotta persiste, ma diminuisce d'intensità con l'avvicinarsi di entrambi alla centralità d'origine. Le differenze che rendevano inconciliabile la loro opposizione diminuiscono, perché rappresentate dalla distanza tra i raggi che diminuisce col loro avvicinarsi alla centralità comune. Differenze che cesseranno di essere soltanto quando i due punti in lotta tra loro saranno sovrapposti al centro comune. Per entrambi i punti, in questa sovrapposizione, il bene e il male saranno estinti nell'unità del loro principio, e saranno stati i mezzi che hanno consentito loro di muoversi verso quel principio, al fine di identificarvisi nell'averlo riconosciuto al di sopra dell'illusione data dalla realtà relativa, che si trova a un grado minore di realtà, nel confronti della centralità generatrice. Sono consapevole che chi non "vede" i princìpi non può comprenderne le implicazioni in tutte le loro sfaccettature e i prolungamenti possibili, ma la rigorosità della logica derivata dall'applicazione ai princìpi universali non può sfuggire alle intelligenze sviluppate, e io è a queste poche intelligenze che mi rivolgo quando scrivo.
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