Al mio ottavo giorno di digiuno tutto procede nel migliore dei modi, e si inizia a vedere un evidente beneficio: la vista è migliorata, si è più lucidi mentalmente, ci si trova all'esterno della consuetudine e si affila il carattere, resistendo al desiderio congenito di cibo che è di natura mentale, ma non più scatenato dalla fame che dopo pochi giorni è completamente assente. È una sfida con se stessi che aggiunge forza alla propria determinazione; credo sia per questa ragione che si soffra meno a ogni nuovo digiuno fatto. Inoltre, l'organismo pare aver memorizzato i passati digiuni facendone tesoro, così da essere già predisposto alle nuove condizioni in cui si viene a trovare quando il cibo è assente. Sono depositate, negli ospedali americani ed europei, più di 250.000 cartelle cliniche che attestano incredibili guarigioni dalle più diverse patologie, soprattutto quelle cancerogene, attraverso il digiuno prolungato a 42 giorni, ai quali devono essere sommati altri quindici di reintegro alimentare, fatto attraverso l'assunzione del succo di qualche arancia durante il giorno. Naturalmente non è il digiuno in sé che guarisce, ma è l'intelligenza organica che quando è lasciata libera di agire dal digiunare attiva la sua capacità di recupero degli equilibri perduti, non più ostacolata dalle tossine che accompagnano il cibarsi, né dall'impegno energetico richiesto dai processi digestivi e assimilatori, e finalmente in grado di essere al meglio delle proprie capacità di auto guarigione.
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