Eternità dell'onnipotente Mistero che non può esaurire se stesso, né contraddire le proprie leggi
L'eternità contiene il tempo che è suo effetto, ma il tempo, in quanto effetto, non può contenere ciò da cui è contenuto. L'eternità non è la durata perpetua, che permane all'interno della ciclicità fino a quando la ciclicità sussiste, l'eternità è oltre il tempo ed è identica a se stessa, nello stesso modo in cui un istante sarebbe sempre lo stesso istante se non si trovasse a dover differenziarsi qualitativamente, per la costrizione data dalla molteplicità della quale è parte passiva. L'eternità, in quanto causa della durata, deve lasciare traccia di sé all'interno di quest'ultima, e questa traccia è costituita dall'unico istante che possiamo sperimentare vivendo. Il tempo fluisce all'interno di questo istante modificandone gli effetti, ma non la natura eterna che sta al suo centro, perché l'effetto non può modificare la causa che lo ha prodotto. Noi tutti, vivendo quella centralità, mostriamo di avere in noi la stessa traccia dell'eternità che c'è nel tempo. Ogni cambiamento ha il suo centro immobile, che nel tempo è l'istante fisso, e nello spazio è il punto privo di forma e dimensione. Punto che irradia l'esistenza che corre attorno all'istante immobile. In questo modo l'esistenza ci lascia liberi di scegliere se aprirsi al Mistero delle leggi universali, oppure negarlo.
Il Mistero resta identico a se stesso, qualsiasi scelta noi si faccia, ma noi no.
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