Detta così sembra che la pace si trovi nella stessa condizione in cui si trova una zia che ti viene a trovare per regalarti una torta di compleanno. A parte gli scritti di Asvaghosa sul Buddha, poeta indiano che visse molto tempo dopo il Buddha, non ci sono testimonianze scritte su ciò che il Buddha disse. Di certo si sa che non scriveva frasi adatte alle parole crociate come è il caso della frase sopra. La pace è la condizione necessaria alla libertà perché questa possa esprimersi, ed è la libertà il sole centrale che sorge all'orizzonte del Buddha. La pace è la conseguenza della consapevolezza perfetta perché è conseguenza della fatica data dal voler vivere nel rispetto dei princìpi universali e spirituali che si conoscono nell'immediatezza della visione interiore, il terzo occhio centrale che è intelligenza non più individuale, ma universale. Chi potrebbe aspirare alla pace interiore senza prima conoscere perfettamente le sue ragioni di essere? Non la pace, ma la consapevolezza deve prima attuarsi perché la pace possa diventare il terreno sul quale l'amore fiorirà. Si può dire della pace che bussa a una porta chiusa dall'incapacità di capire le ragioni dell'esistenza? È troppo facile sparlare a casaccio di quello che non si è colto personalmente: si prende una bella frase ad effetto e la si butta in pasto alle fiere carnivore che vedono le possibilità di affermazione della propria pace nell'annientamento della pace altrui. La pace non è cosa che si può cercare emotivamente, perché l'emozione è la cosa meno stabile che c'è, e quella pace muterebbe le proprie caratteristiche al variare dei sentimenti che cambiano persino in dipendenza delle diverse latitudini geografiche e culturali. La pace non la si cerca, ma sarà la conseguenza del conoscere perfettamente, perché si conosce al di sopra del dubbio, la ragione essenziale d'essere dell'esistere che è causa stessa dell'esistere. È questa una conoscenza che non si offre a colui che la persegue, perché non la si trova come fosse un sasso pregiato e luccicante. La verità unica non la si gratta dal Cielo come non la si raccoglie da terra, né si può infilare una mano all'interno della propria anima per unghiarne l'ipotetico scrigno. La Verità è al centro di tutto ciò che è, che sarà e che non è suscettibile di poter essere manifestato. La Verità, che è Intelligenza universale, Libertà e Pace nello stesso istante eterno è viva, e consapevole anche se non è un essere e non è sottomessa all'esistenza della quale è Causa. È la Verità l'unica capace di comprendere le reali intenzioni di chi la sta cercando tenendo per mano la propria intenzione di capire, ed è la Verità che accetta di farsi trovare da colui che la cerca, ma solo quando chi la cerca mostra di avere pure e altruistiche intenzioni. Quelle intenzioni sono la chiave che la Verità userà per aprire la porta alla possibilità di conoscere attraverso la fatica del donarsi, ed è dietro a quella fatica che stanno sia la Pace che la Libertà.
Vajmax scrive:
RispondiElimina"ed è la Verità che accetta di farsi trovare da colui che la cerca, ma solo quando chi la cerca mostra di avere pure e altruistiche intenzioni."
Però nel passato hai affermato che non sapevi spiegarti perché la Verità ti ha scelto e non ha scelto altri. In pratica affermavi che ti erano ignote le motivazioni con le quali la Verità sceglie coloro ai quali si rivela.
Non ti dico questo per pignoleria ma solo per capire se hai mutato il tuo pensiero in presenza di fatti nuovi o altro.
Ciao!
Dover dire che sono le intenzioni a essere importanti, perché esse qualificano le azioni successive, è un obbligo che ha la logica, ma da lì a conoscere tutte le ragioni per le quali si è stati ritenuti qualificati per sopportare la vista interiore ce ne passa... Ti esorto a scovare contraddizioni nei miei scritti, non ne troverai e non le troverai perché quegli scritti non sono invenzioni.
RispondiEliminaNon ho mai pensato che i tuoi scritti siano invenzioni. Al contrario la ragione per cui seguo (e seziono!) con così grande interesse le tue parole è proprio perchè sono arciconvinto che siano vere.
RispondiEliminaFra l'altro ci eravamo già parlati diversi anni fa nel Forum che tu sai. E la tua risposta mi piacque assai. Insomma non è proprio da ieri che ti leggo.
Già te lo dissi sinteticamente ed oggi che ci conosciamo un pochino meglio te lo dico con qualche aggiunta: per ragioni che ignoro un qualche cosa che non so meglio definire (corrente spirituale?) nel 2004 scese su di me e alterò dolcissimamente, intensissimamente e profondamente i miei stati di coscienza. Se ti interessa e lo trovi opportuno posso descriverti diffusamente l'esperienza. Una cosa che però posso dirti subito (visto che pur non conoscendoci de visu abbiamo molte esperienze in comune) è che l'esperienza, per certi aspetti, era identica all'assunzione di LSD. Addirittura sapevo che arrivava quando i brividi percorrevano la spina dorsale così come dopo l'assunzione della sostanza. Una delle tante differenze era però che l'esperienza era controllabile a differenza di quando si assume la sostanza. A fasi alterne durò alcuni mesi e poi, nonostante le mie lacrimevoli suppliche, mi abbandonò. E la struggente nostalgia di Lei è diventata la compagna del mio cuore.
Essa, anche se ancora una volta ne ignoro le ragioni, tornò (con minore intensità) nell'autunno 2012esattamente quando ti ho scritto alcuni messaggi privati nel Forum che sai. Come già fece l'altra volta mi portò ad avvertire che la realtà che appare ai miei sensi non è completa, è solo una piccola fetta. In un certo senso (non so quale perbacco!) un trucco.
E mi fece percepire che tu dicevi la verità. Perché quella corrente, tra le altre cose, acutizzava l'intuito in maniera formidabile e mi svelava anche le recondite cause di tante vicende, per esempio, del mio passato.
Così come accaduto l'altra volta se ne è andata ma seguendo il tuo suggerimento ho letto parecchio di Renè Guènon (con estrema attenzione nonostante la pesantezza del suo stile :-) perché ne ho avvertito l'autenticità. E da lì il passo è stato breve nell'interessarmi alla Massoneria. Per questo motivo qualche tempo fa ti chiesi consiglio sull'argomento.
In conclusione ritengo che ci sono dei motivi che solo ciò che tu chiami il mistero assoluto conosce e concorrono a far sì che uno possa essere iniziato e un altro no. Anche in presenza di sincere intenzioni.
Insomma dal tuo scritto ho capito (o forse ho voluto capire!) che le sincere intenzioni bastassero per ricevere in dono la verità e questo mi ha umiliato e amareggiato perché ho pensato che allora ero (a mia insaputa, sic!) disonesto con me stesso. Perché a me, in tutta franchezza, sembra di avere sincere intenzioni.
Scusa se mi sono espresso in modo un po' cervellotico.
Prima di essere coinvolto in una realtà della quale mai nemmeno avevo sentito dire io ero un materialista come tanti, anche se essendo dedito a un uso intenso di LSD intuivo la complicazione che deriva dalla semplicità e sapevo che la conoscenza che avevo era insoddisfacente. Mi dovetti ammalare gravemente per essere messo nelle condizioni di conoscere una dottoressa che era, oltre che un medico, anche una maestra. Naturalmente io neanche lo sospettavo. Fu lei a essere un tramite dell'influenza spirituale e tutto senza che io potessi minimamente pensare che qualcosa del genere stesse per accadermi. Dover cancellare tutto il mio sapere fu difficile doloroso, ma inevitabile. Certo si è sempre liberi di chiudere nel cassonetto dei rifiuti questa terribile quanto magnifica esperienza interiore, perché l'Assoluto non impone mai nulla, ma sarebbe stata una pura follia il farlo quando la verità è la cosa più importante per te. Ho subito smesso di utilizzare sostanze, e ho cambiato la mia vita dalle radici, anche perché è come se fossi perennemente in un trip, solo enormemente più consapevole. Però tutto è necessariamente proporzionato, così quando si corre più veloci ci sono fiere sempre più affamate che corrono altrettanto veloci da inseguire. E non ci si deve distrarre, perché il permetterselo consentirebbe loro di girarsi per sbranarti.
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