Analogamente alla lampadina l'uomo non può illuminarsi da sé, perché la consapevolezza universale non proviene da lui.
Ma che cosa è questa fantomatica e leggendaria "Illuminazione"?
È possibile che qualcosa di estraneo all'uomo possa introdursi in lui, e modificare radicalmente la prospettiva usuale attraverso la quale esso interpretava la realtà?
Occorre dire che la nuova consapevolezza, nella quale si trova una persona che è stata illuminata, appartiene già, come possibilità in divenire, alla condizione umana, perché essa è il modo di vedere la realtà che ha la centralità spirituale della quale l'essere umano è partecipe.
Il modo attraverso cui questo "vedere" si attua non è sottomesso allo scorrere del tempo, ed è immediato e diretto, dunque non mediato dalla mente che per sua natura è costretta a interpretare, a causa della distanza che separa il conoscente dalle realtà conosciute. È, questo, un sapere non discorsivo, nel quale chi conosce è identificato alla realtà conosciuta, ed è conseguenza dell'apertura di una canale comunicativo, che l'essere percorre attraverso l'Intuito, orientato verso il centro di sé. Centro spirituale identico a quello di ogni altro essere, del quale l'uomo costituisce una delle sue indefinite, uniche e molteplici, espressioni.
L'essere che è stato illuminato conosce, in modo assolutamente certo, i princìpi universali che sono norma dell'intera manifestazione della realtà relativa che chiamiamo "universo". L'illuminato conosce i princìpi e i modi nei quali essi interagiscono tra loro, in dipendenza del loro grado di prossimità con la centralità spirituale, la quale è assoluta ragione essenziale d'essere di ogni realtà relativa. Una consapevolezza che sia assoluta è necessariamente priva del dubbio, e non essendo relativa non può essere espressa all'interno della realtà relativa, questo perché nessun contenitore può essere contenuto da ciò che esso contiene. Significa che la consapevolezza assoluta di ordine spirituale, chiamata prima illuminazione e conferita dall'iniziazione, non può essere comunicata né tradotta in parole.
Essa è una verità che, non essendo relativa, si difende da sé da ogni genere di falsificazione, per questo è chiamata "mistero iniziatico".
Essendo al di sopra del tempo essa è sempre presente, ma si attua all'interno della durata temporale attraverso la trasmissione di una influenza spirituale trasferita, da una persona precedentemente iniziata, a chi dovrà esserlo per volontà del Mistero assoluto, in una catena ininterrotta che, essendo superiore al tempo, non ha soluzione di continuità.
La prima illuminazione costituisce anche una rigenerazione psichica, conseguente alla morte della precedente dimensione mentale ed emotiva di un essere, ma la sua natura è di ordine spirituale, dunque essenzialmente appartenente all'intellettualità pura, diversa dall'intelligenza individuale che l'ha preceduta, perché è diventata universale e dunque sovra-individuale. Essa è anche detta sovra-razionale poiché sta su un piano diverso da quello occupato dalla razionalità usuale la quale, non potendo far procedere il suo ragionare da princìpi assolutamente certi, deve ricorrere a ipotesi necessariamente individuali, quanto arbitrarie, che l'uomo chiama filosofie.
La prima illuminazione, che è conseguente all'iniziazione, è solo il primo passo che un essere compie all'interno della Certezza assoluta, ma per muovere il passo successivo è necessario applicare alla propria vita le conseguenze dei princìpi visti nell'immediatezza della vista interiore, perché la realtà spirituale è totale, e non sterile perché inattuata teoria. La chiave utilizzata è il sacrificio di tutto ciò che non è la centralità interiore, dunque è l'esteriorità egoistica, quella che usa giustificare le intenzioni del proprio agire attraverso le false interpretazioni che l'uomo chiama ideologie, o sistemi di pensiero. La verità vista non può essere oggetto di un pensiero sistematico, perché ogni sistema è tale per il fatto dato dal dover escludere tutto quello che non rientra nella propria schematizzazione, e poiché la realtà in nulla è esclusa dai propri princìpi fondamentali, questi ultimi non appartengono alla possibilità di essere schematizzati.
Ogni persona è diversa da ogni altra, e ognuna di esse ha le proprie particolarità e qualificazioni; la possibilità di accesso alla vista interiore da quelle qualificazioni dipende, e quando queste ultime non sono mature la vista interna è preclusa, perché oscurata da un velo protettivo.
La trasmissione dell'influenza spirituale, che dà accesso alla vista interna, scosta quel velo perché non sussistono più le ragioni per difendere una persona che è pronta a sopportare la vista, assolutamente certa, di una realtà che si presenta sempre diversa da quello che è. Chi "vede" nella Certezza assoluta, vede anche le intenzioni nascoste dietro alle apparenze, ed è una ragione in più per la quale occorre essere qualificati a dover sopportare il peso che hanno le falsificazioni.
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