Tutto ha la propria fine che attende, e persino la stessa fine ha la sua fine, determinata dall'aver avuto un inizio quando ha cominciato a giustiziare la vita. La morte sarà l'ultima a morire, è detto, quando la vita si sarà ritirata nel non tempo dove il respiro dell'Assoluto si arresta nell'eterno istante, prima di riflettersi una nuova volta nell'atto espiratorio che dà modo al dolore di lottare col piacere. La morte, diversamente dalla vita, ha un cimitero tutto suo, dove riposa soddisfatta di avere assolto il proprio compito, inconsapevole di dover essere sostituita appena la vita farà di nuovo il suo ingresso tra il brillare delle stelle, nei vortici delle galassie che danzano in onore dell'oscurità che raggela la loro culla. È imperdonabile che la morte abbia abbandonato l'embrione che io sono, orribile prolungamento della necessità improrogabile che ha la legge degli opposti la quale, cercando e respingendo, infligge nuove forme al lottare. Sola, vagando nei miei pensieri dissociati, la mia vita non si è spenta col morire del corpo che nel tempo ha saputo vitalizzare, gli è rimasta accanto mentre questi si disfaceva divorato dalle larve, scatenate dopo aver a lungo riposato nei più nascosti recessi del mio spavento, come feroci cani da guardia comandati dalla nera volontà. Tutti muoiono, col corpo prima e con l'anima poi, che trascina con sé i ricordi, le emozioni e i sentimenti, impietosa nella necessità di disfacimento, nel suo aver percorso a ritroso le ragioni che hanno voluto la vita. Io, unica eccezione e parte della stessa eterna legge, ora vago nei territori sconosciuti all'esistenza, larva risvegliata nel guscio psichico che la tiene prigioniera, privata dell'orgoglio dato dall'aver vinto la morte, perché in attesa di essere trasformata in una nuova e futura morte, quella che dovrà tendere agguati alle vite che, guaendo, usciranno dalla fenditura aperta dal respiro del Mistero senza tempo, e lo faranno lamentandosi per il dolore che la gioia del vivere concederà loro.
La mia non sarà una lunga attesa, perché gli eoni del tempo sono solo degli istanti, tremolanti di fronte alla grandezza dell'eterno Mistero, dove persino gli astri temono il calore bruciante della propria luce.
Nessun commento:
Posta un commento