Considerazioni attorno ai princìpi universali che legiferano l'esistenza, e racconti sulle loro conseguenze nel dominio relativo nel quale si dispiega la manifestazione della realtà. In mezzo a tutto questo ci infilo, ogni tanto, anche racconti umoristici, secondo la natura che mi trascino dietro o che trascina me. Non si è ancora ben capito in che ordine ciò accada.
mercoledì 26 giugno 2013
Fede e proselitismo
Il proselitismo è
l'obbiettivo finale di chiunque preferisca la fede alla fatica data dal dover
conoscere.
Quando il conoscere, non per scansare la fatica ma per cause oggettive non riconducibili alla volontà della persona che cerca di farlo, si arresta; non rimane che la fede!
Che non ridurrei a creduloneria bensì a senso interiore non lucido e chiaro ma imperfetto e nebuloso. Ad intuizione migliorabile :-)
La fede, come tutte le realtà relative ha i suoi gradi, e ogni grado ha le proprie sfumature. La fede, quando è al suo più alto livello, è data dalla fiducia di un conoscere razionale, frutto di un intuire sovra razionale, ed è fede nella sussistenza di ciò che ancora non si è raggiunto con la consapevolezza, ma che già si conosce attraverso la consapevolezza dei princìpi universali, i quali non possono avere effetti logici diversi da quelli che ancora non si sanno vedere con lo sguardo della ragione. Naturalmente non è a questo tipo di fede che mi riferisco, ma è a quella del semplice credere in qualsiasi cosa, religione compresa, solo perché non si hanno le capacità, o la voglia, per conoscerne i princìpi che sottendono quelle realtà alle quali si è deciso di prestar fede. La fede è così prestata, mai donata.
Quando il conoscere, non per scansare la fatica ma per cause oggettive non riconducibili alla volontà della persona che cerca di farlo, si arresta;
RispondiEliminanon rimane che la fede!
Che non ridurrei a creduloneria bensì a senso interiore non lucido e chiaro ma imperfetto e nebuloso.
Ad intuizione migliorabile :-)
O sono troppo clemente con me stesso? :-)
La fede, come tutte le realtà relative ha i suoi gradi, e ogni grado ha le proprie sfumature. La fede, quando è al suo più alto livello, è data dalla fiducia di un conoscere razionale, frutto di un intuire sovra razionale, ed è fede nella sussistenza di ciò che ancora non si è raggiunto con la consapevolezza, ma che già si conosce attraverso la consapevolezza dei princìpi universali, i quali non possono avere effetti logici diversi da quelli che ancora non si sanno vedere con lo sguardo della ragione. Naturalmente non è a questo tipo di fede che mi riferisco, ma è a quella del semplice credere in qualsiasi cosa, religione compresa, solo perché non si hanno le capacità, o la voglia, per conoscerne i princìpi che sottendono quelle realtà alle quali si è deciso di prestar fede. La fede è così prestata, mai donata.
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