mercoledì 30 gennaio 2013

Attività creativa


La scienza studia i fenomeni che accadono nel cosmo, e li indaga attraverso la ripetizione sperimentale che dà conferma delle leggi chimiche e fisiche che regolano il manifestarsi fenomenico. È una indagine tesa a comprendere le ragioni della consequenzialità delle cause e dei loro effetti. In questo cercar di comprendere la vita la sperimentazione scientifica non trascura di formulare ipotesi, da verificare sperimentalmente, attorno ai meccanismi di costituzione della materia che non nasce spontaneamente dal nulla né sparisce nel nulla. Per la scienza il nulla costituisce la negazione della possibilità di essere e, in effetti, nella manifestazione della realtà il nulla non è compreso. Non può essere manifestato ciò che nega il manifestarsi, e il nulla sarebbe associato volentieri al vuoto se il vuoto potesse essere qualcosa di tangibile. In realtà ciò che è definito essere un vuoto è sempre qualcosa di esteso, confinato in limiti che gli appartengono perché da essi è circoscritto. Inoltre, anche in assenza di atmosfera, ciò che è chiamato vuoto costituisce uno spazio che comprende, essendone attraversato, l'energia. A rigore il vuoto, allo stesso modo del nulla, non esiste se non come possibilità di non esistenza. Gli sforzi della ricerca scientifica hanno possibilità di procedere oltre ai limiti attualmente raggiunti solo avendo a disposizione strumenti adeguati a misurare l'indefinitamente piccolo, e lo deve misurare fino al confine attraversando il quale le impercettibili micro particelle di cui la materia è formata si dissolvono rientrando nella causa della materia. Al momento tutti i tipi di energia conosciuta sono i risultati dell'azione vibratoria data da particelle che sono parte della materia. Se la scienza potesse andare oltre la relativa solidità, fino a raggiungere il punto nel quale essa si forma, sarebbe anche in grado di creare ex novo qualsiasi elemento del quale conoscesse l'attività creativa che ne sottende l'attuazione. Il dover procedere nella ricerca sperimentale è un obbligo che ogni scienza si è data, perché il suo scopo non è il formulare teorie che possono essere supportate solo dal ragionamento logico, ma deve esserlo per i risultati sperimentali dimostratisi validi attraverso il loro ripetersi negli stessi termini previsti. Qualsiasi strumento di misurazione è fatto di materia e, di conseguenza, è materia che misura altra materia. Sarebbe possibile, per una super sofisticata ed estremamente precisa strumentazione, misurare qualcosa che supera la composizione della materia e dell'energia composta da materia? Attualmente si sa che per individuare e misurare l'infinitamente piccolo occorre un macchinario gigantesco nel quale le micro particelle, ora chiamate neutrini, sono lanciate a velocità prossime a quella della luce in un'attività vibratoria ancora misurabile. La scienza sa che ogni particella ha una sua propria estensione, anche se infinitesimale, che occupa spazio, così come conosce la indefinita possibilità alla quale ogni cosa estesa si presta a essere divisa, dunque si tratterebbe di sezionare la materia fino al punto nel quale essa cessa di essere materia per entrare, andando a ritroso del percorso creativo, nella dimensione sovra materiale che è regno delle cause determinanti il manifestarsi della realtà. Su un piano diverso, come è quello psichico, le cose non vanno diversamente, perché il pensiero non sa quale sia la fonte dalla quale nasce, e finché si affida al pensare non ha speranze di capire dove fuoriesca l'ispirazione che si esprime attraverso il pensiero, perché la centralità ispiratrice è misteriosa come quella dalla quale la materia nasce. Il centro è un punto privo di estensione, ed è ovunque presente nel suo essere assente. L'estensione nasce, geometricamente, nel segmento compreso tra due punti privi di estensione, e dal segmento si produce il piano che diviene il solido che vorrebbe sapere da dove  è nato. Il tempo ha, come punto centrale, l'istante privo di durata il quale, replicandosi in modo sempre nuovo e diverso, origina la durata temporale che vorrebbe conoscere la sua provenienza. La scienza non può scavalcare i confini dai quali è circoscritta, né individuare la natura del centro che sta oltre l'esistenza, in un non spazio senza tempo che l'uomo chiama "Non esistenza" e che contiene l'esistenza in principio, allo stesso modo in cui il centro contiene ogni circonferenza emanata, in principio. La circonferenza è composta da punti che sono la traccia del punto, unico e centrale, presente nella manifestazione della realtà della molteplicità. Quella traccia è anche in ognuno di noi, ed è in essa che nasce l'ispirazione della quale il pensiero è mezzo d'espressione. L'unica possibilità che ha l'essere umano di vedere la fonte di ciò che esso è, e che è anche la silenziosa e invisibile matrice della materia, è data dal poter comunicare in modo consapevole, attraverso un'apertura interiore, con quella fonte, identica a se stessa per tutti, ma non è l'uomo a decidere quando potrà farlo. È la Fonte a deciderlo.

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