sabato 10 novembre 2012

L'equità


Per me il concetto di equità è di difficile determinazione perché dipendente da innumerevoli fattori. Se l'equità vuole essere equa deve essere commisurata in giusta proporzione alla qualità delle intenzioni che hanno dato vita a un fatto. Mi spiegherò meglio: se due geometri costruiscono due case su due terreni adiacenti e il primo edifica una casa bella e poco costosa, mentre il secondo l'ha arraffazzonata in qualche modo, facendo spendere un capitale ai proprietari, e in seguito uno scossone della faglia tettonica sottostante i due terreni fa crollare solo la prima casa, quella ben costruita, perché questa si trovava sfortunatamente nel punto peggiore del sisma... quale equità di giudizio potrebbe avere la lucidità per accorgersene? Dal punto di vista spirituale l'equità può essere giusta solo quando è misurata attraverso le reali intenzioni che ha avuto chi ha compiuto un'azione, perché può accadere che due azioni con risultati analoghi siano una buona e l'altra cattiva in relazione alle intenzioni dalle quali sono nate. Resta da dire che le intenzioni sono la cosa più difficile da qualificare perché solo chi le ha avute può essere certo del loro valore. È per questa ragione che è così difficile essere equanimi.

Nessun commento:

Posta un commento