Essere equivale a esistere. Essere deriva dal latino ex-stare che indica, nell'esistere, la non presenza della sua ragione sufficiente d'essere. Questo significa che l'Assoluto non esiste in quanto affermazione di un essere, anche se questi fosse il primo di tutti. Poiché l'Essere primo è causa di tutti gli altri esseri… in quanto causa non partecipa all'esistenza nella quale tutti gli esseri si esprimono, e a questa è esteriore. Esteriore in senso figurato e analogico, perché dire esteriore farebbe rientrare l'Assoluto nell'estensione caratterizzata da interno ed esterno, mentre l'Assoluto è "esteriore" e superiore anche all'estensione. Come è facile vedere i limiti impliciti al linguaggio consequenziale impongono l'utilizzo di modi espressivi che devono necessariamente subire i limiti propri alla relatività, la quale non può definire ciò che relativo non è, o meglio può farlo solo per negazione. Si è costretti a dire che Dio è, quando l'essere non conviene alla Realtà che è causa dell'essere. Questo appena scritto è un frammento della dottrina metafisica, e non frutto di mie supposizioni personali o abilità discorsive. Metafisica, che è conseguenza della vista interiore, diretta e non mediata dalla mente; vista intuitiva e intellettuale, che vede la sfera causale dei princìpi universali senza nulla possedere. La verità è madre dell'essere e nessun essere, che è sua conseguenza, la può generare per avere il diritto di possederla.
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