martedì 11 ottobre 2011

Intelligenza universale e intelligenza individuale


L’intelletto totale di un individuo non è sovrapponibile alla razionalità di cui questo individuo è capace, e non è neppure necessariamente in contrapposizione con la sua sfera sentimentale, nella quale le emozioni sono generate. La razionalità è frutto della logica, ed è il modo nel quale la possibilità di indagare la ragione d’essere della realtà, chiamata anche intelligenza individuale, si attua a partire da presupposti i quali non sono necessariamente razionali e logici. Così, quando questi presupposti non corrispondono ai princìpi attraverso i quali la verità è attuata… logica e razionalità vanno a farsi benedire producendo risultati incoerenti. Cosa consente all’individuo di far procedere, attraverso i princìpi della logica, la consequenzialità di pensiero partendo da supposizioni che possano vantare la loro sovrapponibilità alla verità dei fatti?
L’intelligenza che suppone è un’intelligenza che si trova a essere sul piano della supposizione e, dunque, dell’idea e dell’invenzione personale. Si può essere molto intelligenti senza avere certezze sui princìpi essenziali che ordinano l’esistente, quelli definibili come universali perché applicabili all’intera manifestazione della realtà relativa.
L’intelligenza individuale è conseguenza di quella universale, che è suo principio e sua causa. In quanto individuale si pone sul piano in cui l’individuo agisce come individuo. Partendo dall’intuire individuale l’intelligenza si muove dalle ipotesi generate, e attraverso il principio di non contraddizione e le correlazioni analogiche che stabilisce con la realtà, considerata nel particolare dei suoi componenti o nei suoi aspetti generali, per deduzione o per induzione trae le sue conseguenze, alle quali l’individuo attribuisce il carattere che deve avere, per lui, la ragione.
Spesso il risultato così ottenuto è in conflitto con i sentimenti dell’individuo la cui mente ha prodotto, attraverso il ragionamento impropriamente definito “razionale”, convinzioni personali e soggettive… che sono definite “oggettive”.
L’intelligenza individuale è come un carro armato, condotto da un soldato bambino, che ignora le ragioni della guerra che sta combattendo.
C’è un altro genere di intelligenza, che sovrasta quella alla quale ha accesso l’individuo che si affida al ragionamento incapace di individuare i princìpi dai quali procedere, ed è l’intelligenza universale.
È, questa, l’intelligenza che intuisce attraverso l’immediatezza data dal poter comunicare col centro di sé.
Questa comunicazione non avviene attraverso il pensiero, ed è frutto di un intuire superiore che è caratteristica dell’intelletto universale che attua le sue possibilità nell’individuo in grado di utilizzarlo, e questo a causa di qualificazioni spirituali che lo hanno messo nella condizione di potersi aprire all’intuire superiore di cui l’intelligenza di ognuno è capace.
Quando il canale di comunicazione tra l’intelletto universale e quello individuale è stato aperto dal Mistero assoluto, la personalità spirituale e centrale è di fronte all’individualità periferica razionale e, quest’ultima, deve scegliere se continuare a formulare ipotesi o piegarsi alla Verità indiscutibile conosciuta senza la mediazione della mente.
L’individuo è sempre libero di scegliere, perché il Mistero assoluto è Libertà assoluta che tutto può, tranne che contraddire se stessa negando all’individuo la libertà di decidere per se stesso.
Quando è stata scelta la possibilità di essere liberi la consapevolezza dei princìpi è assoluta, e si vedono le ragioni che ordinano il manifestarsi del tutto e le leggi universali che ne stabiliscono la modulazione del movimento. Non è, questo vedere, corrispondente alla consapevolezza di ogni cosa, ma corrisponde al primo passo che è l’entrata cosciente nel Mistero centrale, il Quale è anche il principio e la ragione d’essere di ogni realtà. L’individuo che ha scelto di poter essere libero, attraverso il sacrificio della propria esteriorità, non ha più bisogno di affidarsi a ipotesi personali, né il suo sentire emozionale può più distinguersi dalla sua ragione sovra razionale la quale, da quel momento in poi, potrà contare su una logica che procederà da princìpi assolutamente certi. Di una Certezza assoluta analoga all’infinità interna del Mistero assoluto, la quale non può esaurirlo.

Nessun commento:

Posta un commento