Il qui e l'altrove sono caratterizzati da differenze
di ordine emotivo e corporeo, mai intellettuale, perché l'intellettualità deve
la propria regalità a princìpi che devono valere ovunque nella loro fissità
universale. Quando in questi princìpi s'insinua il sentimentalismo, una
corruzione si opera e ne scaturisce quella che è chiamata "morale".
Morale che sbandiera le proprie convenienze spacciandole per princìpi, morale
che difende la razza, il colore della pelle, l'accento nella pronuncia, la
grazia esclusiva nella danza. Tutti confini che invece di includere...
escludono il diverso sfruttandone le debolezze. Confini che presagiscono la
guerra preventiva, che nasce dalla paura di perdere ciò di cui ci si è
ingiustamente appropriati, arrivando a voler esportare la pace
"democratica", la pace di illuse maggioranze, attraverso il
genocidio. Inevitabilmente si finisce, dividendo il qui dall'altrove, col
predicare cose diverse dall'amore universale.
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