mercoledì 23 maggio 2012

Caso e accidente


Affermare che il caso non esista non significa annullare le accidentalità, ma indica che non è la casualità a legiferare l'esistenza. Dunque, nella moltitudine di leggi causali, la casualità non trova posto perché non costituisce un principio, ed è semplicemente un effetto che sta su un piano di realtà diverso da quello sul quale agiscono le cause. Naturalmente il piano di realtà sul quale il caso si è verificato può avere i propri effetti, che sono conseguenti a quella accidentalità che ne ha motivato la sussistenza, ma gli effetti che da lì si irradieranno saranno comunque ordinati dalle leggi universali che muovono l'universo, non dal caso. Se il caso fosse legge universale nessuna consequenzialità causale durerebbe più di un battito di ciglia. All'interno di un paiolo per la polenta i frammenti del grano si muovono insieme agli spruzzi dell'acqua in cui annegano, e tutto pare dominato dal caso ma, a ben considerare, il paiolo dà la forma nella quale muoversi e gli stessi spruzzi obbediscono alla legge che orienta i liquidi quando sono stati invasi dal granturco che è devoto alla gravità dello stato di salute di chi ha mangiato troppo, confidando nel caso che, solo, riuscirebbe ad allungare vite affamate d'ingordigia... 

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