mercoledì 22 giugno 2016

Seghe mentali?

Fu attorno ai venticinque anni di età che mi accorsi della realtà delle ripercussioni, prima di allora speravo che le conseguenze del mio agire ed essere si perdessero nell'immensità del cosmo, come quando si sputa dall'alto di un dirupo verso la sua oscura profondità. Rendersi conto che se anche si sputasse a favore del vento quello sputo genererebbe conseguenze per me è stata una scoperta importante, perché mi ha tolto la possibilità di sperare nella maturazione delle illusioni. È stato anche l'inizio del mio chiedermi quali potessero essere le leggi che governino le conseguenze della legge di causalità, quella che lega ogni causa ai suoi propri effetti. L'intrico derivante dal succedersi di cause ed effetti è di difficile individuazione, quando non si conoscano le leggi a carattere universale, che sono i princìpi al minore grado di relatività possibile dato dalla loro universalità applicativa, dai quali tutto è normalizzato anche quando è una eccezione, perché norma e sue eccezioni costituiscono, in principio, una unità. Le persone considerano tutto questo essere conseguenza di seghe mentali, non riflettendo sul fatto che, anche se dovesse essere, le seghe mentali sono il risultato di cause che devono il loro essere ad altre cause, in una catena ininterrotta che conduce, inevitabilmente, a chiedersi quale sia il principio primo e a quale Mistero esso debba il suo esserci.

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