venerdì 12 giugno 2015

Le verità che stanno sopra

Il dover conoscere è stato, per me, un imperativo esistenziale per il quale mi sono ammalato e mi sono giocato, senza barare, le simpatie degli amici e l'affetto della mia famiglia di nascita. Arrivato al termine del vicolo cieco, nel quale ci si infila quando si crede di poter capire tutto, ho avuto la più cocente delusione che un essere umano possa avere: ho capito di essere interessato al conoscere esclusivamente per compiacermi di esserci riuscito. Chiunque abbia provato a essere contento della propria intelligenza sa che appena se ne è compiaciuti accadono cose che sbriciolano, senza eccezione, tutte le convinzioni tanto pazientemente annodate ai pali piantati in terra dal proprio ego. È a quel punto che il Cielo ha voluto indicarmi la via, e a quel punto mi ha fatto conoscere la realtà e le sue ragioni d'essere, spostando il fuoco della mia limitata intelligenza individuale verso il centro di me, che è casa dei princìpi universali costituenti gli assi fissi attorno ai quali ogni accadimento vortica. Non mi è stata svelata la Verità, ma solo il modo attraverso cui la Verità unica e assoluta si riflette capovolgendosi, lasciando modo alla falsità di essere una vera falsità. Da quell'inizio spettava a me il dover decidere di ricominciare a vivere utilizzando l'aiuto inestimabile datomi dal Cielo.
Conoscere in modo assolutamente perfetto il principio, che è causa di ogni ulteriore effetto non è molto, ed il suo utilizzo è analogo a quello delle tabelline per un matematico che ha da risolvere la funzione di partizione del numero intero: occorre conoscere l'uno per riuscire a concepire tutte le sue possibili variazioni. Così è per coloro che dal Cielo hanno avuto il dono di conoscere l'Uno. 
L'Uno non è il Mistero inconoscibile, ma è la sua prima espressione che obbedisce alle leggi eterne emesse dal Cielo. 
È il centro dei centri. 
Senza conoscere queste leggi, che sono universalmente applicabili sia al microcosmo che al macrocosmo, ci si dovrà rivolgere alle possibilità contraddittorie date dall'essere costretti a ipotizzare. Chi conosce i princìpi non ipotizza più, perché la verità precede qualsiasi invenzione. Il difficile è applicare le verità conosciute alla propria vita, perché è la verità l'unica chiave che apre alla vista interiore immediata, quella che diviene capace di considerare, e forse anche vivere, le verità successive che le stanno sopra.

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