lunedì 29 settembre 2014

Il Centro di sé

L'Intelligenza infinita che ha l'universo in sé, come possibilità in divenire attualizzata nella realtà che conosciamo, è una Intelligenza assoluta e perfetta, libera e impossibilitata a contraddirsi. Potendo tutto tranne che andare contro se stessa ci lascia liberi di scegliere, ma non di rifiutarci di essere. Ogni essere esiste perché la propria esistenza è stata possibile. Esistiamo, ed è un fatto, e siamo liberi entro i confini disegnati dalle possibilità inerenti alla nostra natura, natura decisa dalle possibilità che si sono trasformate in atto. L'Assoluto è privo di polarità in relazione tra loro, perché non è relativo, dunque la sua totalità che nulla esclude è potenza e nello stesso tempo anche atto. Ciò che è possibile diviene in aderenza alle qualità della sua possibilità di essere. L'esistenza di ognuno di noi è necessaria tanto quanto contingente; necessaria perché in relazione col principio del quale la totalità dell'esistente è l'espressione, e contingente perché nei confronti della Realtà assoluta siamo considerabili degli accidenti relativi nei quali Essa manifesta la sua superficie e nasconde la sua centralità. 
La nostra intelligenza personale dell'Intelligenza universale è la rappresentazione individuale e limitata, ma derivando da quella di quella conserva la traccia e la possibilità di accedervi. Gli uomini illuminati sono detti tali perché vedono la realtà attraverso l'Intelligenza universale alla quale hanno avuto accesso per volontà dell'Assoluto. Essi devono vivere in conformità ai princìpi universali che vedono in modo assoluto e immediato, direttamente, e li conoscono perché è l'Intelligenza universale a consentire loro di "vedere" in modo assoluto, essendo quest'ultima assoluta. La consapevolezza degli individui che vedono, non è suscettibile di poter essere comunicata a causa della sua non relatività, e questo mette al riparo la Verità che si difende da sé. È per questa incomunicabilità che la conoscenza sovra temporale e sovra individuale è chiamata "mistero iniziatico". Essa è un sapere che deve essere realizzato nella vita di coloro che conoscono il vero, non è una teoria speculativa né è filosofia, perché non è invenzione, idea o ipotesi umana e neppure di altri esseri. È ciò che è perché essa è la Verità assoluta. Non sarebbe possibile per l'uomo avere accesso a questo conoscere sovra razionale se nell'essere umano non ci fosse una centralità assoluta che lo consentisse; è attraverso questa centralità, chiamata sé e assoluta riflessione del Mistero che si conosce, nell'immediatezza dell'intuizione spirituale, la via personale che condurrà al Centro di sé.

Che ogni essere si senta un io, e che questo io sia l'identico sentire di ognuno, sarebbe contraddittorio se ogni essere non fosse l'espressione della stessa identica centralità, in ognuno, dello stesso Sé assoluto, che si manifesta esteriormente nelle proprie, infinite, possibilità attuative.

Dio si è fatto ciò che noi siamo, per renderci ciò che Egli è. (sant'Ireneo)


Il Cielo è divenuto terra, affinché la terra divenga Cielo.

4 commenti:

  1. Limpido pulito perfetto ineccepibile. Unica perplessita è visto che il Tutto Uno è il centro delle infinite potenzialità possibili e la loro traduzione in atto secondo le leggi di ogni manifestazione ha insite in se stessa (il Brahman Nirguna è libero,il Saguna necessitato)come è possibile che il Tutto Uno abbia una volontà?

    RispondiElimina
  2. L'Assoluto non è il tutto, è il tutto che è effetto delle infinite potenzialità che ha l'Assoluto. Assoluto che non ha volontà perché se l'avesse avrebbe anche la pigrizia. L'Assoluto è unico e indiviso, dunque potenza e atto sono la stessa identica realtà, per questo ciò che è possibile diviene secondo la gerarchia nella quale sono ordinati i princìpi universali che ordinano la manifestazione della realtà relativa.

    RispondiElimina
  3. Allora se il Nirguna e' l'assoluto privo di qualificazioni ma sede delle infinite potenzialita' possibili e non ha volonta' perché onmicomprensivo il Saguna che ne 'un riflesso, una manifestazione non puo', essendo causato dal Nirguna, anch'esso avere una volonta' infatti tu dici che causa ed effetto potenza e atto nel Nirguna coesistono sono un unica realta'. Nel Nirguna infatti c'e' il seme dell'atto.Quindi il Nirguna contiene in se stesso infinite possibilita' di Saguna.
    Inoltre essendo il Nirguna perfetto in se stesso puo' attualizzare un Saguna caratterizzato dall'imperfezione visto che l'imperfezione e' un minus rispetto alla perfezione e allora la coscienza avrebbe la funzione di far tornare le cose allo stato di perfezione. Ma in questo caso la coscienza avrebbe uno scopo?

    RispondiElimina
  4. Il Brahman è l'Assoluto e può essere considerato come Brahma nirguna - privo di qualificazioni - e Brahma saguna - qualificato - ma saranno sempre visuali viste dalla divisione arbitraria umana e non reali, perché il Brahman è, in realtà, indiviso essendo assoluto. La coscienza è il riflesso dell'intelligenza individuale che è conseguenza individualizzata dell'Intelligenza universale.

    RispondiElimina