domenica 24 aprile 2011

La legge del Sempre


Il tempo era ancora una possibilità di essere, e ancora l'alba non era inseguita dal tramonto. Il tutto se ne stava a dormire sotto la coltre dell'eternità, senza russare.
Poi si sa come vanno queste cose, quando si mette di mezzo la volontà di far del bene anche se, per farlo, occorre avere un male da educare.
Mica è una cosa semplice iniziare la creazione partendo dal male, come non lo è il dare una forma al bene, così fu deciso di spaccare in due il poco a disposizione e di lasciar scegliere cosa essere in libertà. Non ci fu un vero allontanamento delle cose dalla loro fonte, eppure sembrò che ci fosse, perché le cose non dovevano sapere di essere sotto il giudizio della legge del Sempre. Questa legge emanava dalla Libertà totale che aveva deciso di essere perché poteva essere. Era una legge alla quale tutto fu concesso, tranne il potersi contraddire, così fu data all'esistente la libertà, ma insieme a quella libertà fu data anche la prigionia, perché si potesse scegliere in libertà cosa essere e dove esserlo. La gioia di dare e il dolore di togliere non poterono separarsi fino a quando non fossero le cose stesse a volerlo, e per volerlo dovevano lottare, perché è necessaria la lotta per strappare di dosso al male gli abiti che il male ha rubato al bene.
Ogni cosa del mondo ha in sé un giardino segreto nel quale si depositano i desideri e le intenzioni. Quando le intenzioni superano i desideri quel giardino è chiamato coscienza ed è il modo in cui ognuno gioca dentro di sé, ma anche l'intero universo ha il suo giardino e in quello non gioca, ma attende. Attende che tutti i piccoli e privati giardini del mondo si aprano al mondo per divenire il giardino più grande che c'è.

2 commenti:

  1. Noto senza sorpresa che nessuno dei miei commenti ha superato la censura di questo blog. Dopotutto non può essere altrimenti quando si è troppo dirompenti. Meglio nascondere la verità sotto il tappeto come fosse polvere. Allora questo "Metafisica" non è davvero un blog, ma è la solita vetrinetta tirata a lustro per lo sterile autocompiacimento di chi ci scrive. Ne ho visitati tanti su web di questa risma, nessuno ha mai pubblicato i miei commenti. Scienziati, letterati, artisti, filosofi... tutti ugualmente indaffarati a ingozzare di vanità il proprio ego. Questo blog non è da meno.

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  2. Ti stupirà saperlo, ma non mi ero accorto del tuo e degli altri commenti. Dovessi scegliere tra il lasciare o il cancellare alcuni commenti mi terrei quelli negativi come sono i tuoi, perché provano la veridicità di quello che scrivo.

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