giovedì 7 aprile 2011

Ora che conosco il suo nome

Una trappola per topi. È stata una schifosa trappola questa vita, e finirà come ho deciso che debba finire.

Sarà l'unica cosa che mi riuscirà di decidere, nel mio sbattere contro la volontà del Cielo.
Troppe le cose che non quadravano, e io le chiamavo coincidenze, quando erano solo le tracce di una verità difficile da nascondere. 
Credevo al Caso che da sotto una corona dava ordini incomprensibili alle sue vittime, e solo ora oso chiamarlo con il suo nome.
Credevo che l'amore fosse una prigione per deboli, e il sacrificarsi un bestemmiare la vita.
La decisione di morte segue un futuro che si è estinto in un passato da dimenticare.
Sono nato per una mancanza e morirò per un'assenza. 
La perfezione dell'origine è stata macchiata dal voler mettersi alla prova, e quella macchia non sarà cancellata dal morire, lo so, è la trappola che funziona così.
Serro per un'ultima volta le mascelle e rilasso i muscoli abituati alla corsa frenetica, scendo dalla ruota della mia esistenza, nel batuffolo della lettiera stesa dal destino.
Adesso è arrivato il mio momento, l'unico nel quale sarò padrone di me.
Gli artigli della mano del destino che ho chiamato Caso pare abbiano capito la propria debolezza e mi tentano, ancora una volta, con del latte fresco nel beverino. 
Io non la guardo neppure e resto fermo in un corpo che comincia a puzzare appena cessa di correre.
Il Caso pare intuire il dramma che sta compiendosi e apre la porta della mia vita ostruendola, e mi tocca col dito della maledizione.
Non avevo mai morso così forte, ma ora posso farlo, perché conosco il suo nome.


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