sabato 14 agosto 2010

Bilie


Jhvh, il Dio degli ebrei e Allah, il Dio dei musulmani, stavano giocando a bilie in un cielo ancora vuoto dove i danni, nell'eventualità di tiri sbagliati, sarebbero stati limitati. Entrambi non erano dei gran tiratori, e non avevano la prudenza che caratterizza l'Assoluto, loro Padre e diretto superiore.
Di bilie ne avevano un'infinità, perché l'Assoluto non ha limiti creativi e, anzi, non ce n'era una che fosse uguale all'altra.
Avendone così tante nessuno dei due Dei giocava al risparmio, e sprecavano colpi su colpi, non preoccupandosi di dove le bilie sarebbero cadute.
Il tempo ancora non esisteva e nessuno potrebbe dire, con precisione, quanto quei due giocarono, anche se oggi si ipotizza fosse l'equivalente di una settimana senza il sabato né il venerdì. Sicuro è che, a un certo punto del gioco, presero a litigare tra loro. Nessuno dei due era assolutamente perfetto come l'Assoluto Padre e, in fondo, non avevano nemmeno bisogno di quella perfezione, dal momento che ogni loro errore sarebbe precipitato nel vuoto cosmico di un universo che ancora non esisteva. Cosa quei due avessero da litigare non si può dire, e non perché non lo si voglia. Non c'è bisogno di ricordare che litigano ancora oggi, e che non è consigliabile metterseli contro, attribuendo ragioni e torti arbitrariamente.
Intanto quelle bilie precipitavano, attirandosi e respingendosi, in un ruotare impresso dalla relativa perfezione che ogni regalo dell'Assoluto Padre ha in sé, come risultato del legame che ogni effetto ha con la Causa che l'ha voluto.
Poiché quando una cosa piccola si allontana dal Centro creativo, che è sua ineffabile culla senza contorni, prende forma e sostanza, qualità e quantità, un sopra e un sotto, un dentro e un fuori, le bilie s'ingigantirono alquanto.
Una di queste bilie cadute, proprio quella della quale i due Dei si litigarono la paternità, portava impresse sulla sua superficie le impronte di Jhvh e di Allah, insieme a gocce del loro sangue.
Da quell'unto il sangue bevve, rinvigorì e crebbe, e ancora oggi riempie corpi che perpetuano, nei figli, il peccato originale dei Padri.

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