giovedì 5 novembre 2015

L'ideologia e i limiti che le sono connaturati

L'ideologia è un sistema di pensiero esclusivo, perché essa esclude tutto ciò che non rientra nel proprio sistema di relazioni che devono essere assoggettate a un corpo di valori anch'essi esclusivi, perché di un ordine principalmente emotivo e sentimentale al quale l'intellettualità obbedisce.
Ogni ideologia procede da una visuale ritenuta indiscutibile e da questa, che prende il posto di un principio universale pur nel suo non essere universale, si diramano assiomi, ritenuti veri nella loro evidenza, che giustificano le azioni intraprese da coloro che credono di poter salvare l'umanità dall'oppressione del male.
Ogni ideologia, dunque, utilizza una specifica chiave interpretativa della realtà che soddisfi le aspettative, prima emozionali che intellettive, ai fini che l'ideologia si è data.
In questa esclusività l'ideologia è incapace di valutare una realtà che è totale e che cambia incessantemente, una realtà che dovrebbe essere valutata non dalle emozioni soggette alle variazioni di umore, ma dall'intelletto che deve chiedersi quali siano le leggi a carattere universale che sono normative del dispiegamento dell'esistenza.
I princìpi universali non hanno caratteristiche emotive, non perché l'emotività sia sempre detestabile, ma a causa del fatto che essa è soggetta al cambiamento. Un principio universale, invece, deve essere fisso nel suo dover modulare lo svolgimento della realtà che muta, e non deve mutare con essa.
Qualità e quantità sono due princìpi universali.
Il principio che impone al tutto di muoversi e vibrare è universale e non è soggetto al cambiamento, perché se lo fosse in questo suo mutare cesserebbe di imporre il cambiamento che tiene in vita l'esistenza.
Che ogni cosa debba avere un'interiorità e l'esteriorità che le è correlativa è un principio universale, che assicura essere la centralità interiore la ragione d'essere della sua esteriorità.
Che un contenuto non possa contenere a propria volta la realtà che lo contiene è la conseguenza della gerarchia che ordina la superiorità della causa nei confronti dei propri effetti.
È per questo che il meno non può contenere il più.
I princìpi universali sono fissi nei confronti di tutto ciò che è a essi inferiore in quanto loro conseguenza, ma non sono assoluti perché sono una molteplicità, mentre l'Assoluto è unità non divisa, e centralità universale della Quale l'universo costituisce il suo riflesso relativo.
Universo che è effetto dell'Assoluto e che non vi si può contrapporre essendo la manifestazione di ciò che è contenuto potenzialmente dalla Realtà assoluta.
Una ideologia è necessariamente sistematica nel suo essere parziale, mentre l'azione dei princìpi universali riguarda ogni aspetto della realtà relativa.

Per questo nessuna ideologia può individuare le ragioni d'essere della realtà relativa, né potrebbe sperare di eliminare il male senza offendere la libertà individuale della quale il male è un effetto.

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