giovedì 22 ottobre 2015

Sulla ragione d'essere delle religioni

Le religioni hanno, come primo compito, quello di stabilire un rapporto tra gli uomini e la Realtà assoluta che chiamiamo Dio. Poiché gli uomini sono divisi in popoli, con culture e sensibilità diverse in dipendenza della loro latitudine di appartenenza, le religioni sono diverse tra loro pur nella condivisione degli stessi princìpi di amore attraverso il quale la Verità, unica nella sua essenza non relativa, si esprime. Le religioni, non duali perché concepiscono la dualità come necessità logica e analogica dell'unico principio causale, che è uno a immagine dell'unità, la quale è unicità del Mistero assoluto, le religioni, dicevo, sono rivelazioni, dunque rappresentazioni della Verità che è coperta da un nuovo e diverso velo, imposto dalle limitazioni intellettuali delle persone non qualificate alla vista diretta e accecante della Verità.
Le religioni svolgono un compito analogo a quello svolto dai diversi linguaggi che, usando parole diverse dicono della stessa, perché unica, Verità spirituale.
I concetti di paradiso e inferno, intesi come fossero luoghi di piacere o di pena conseguenti all'aver vissuto nella virtù o nel peccato, hanno la loro ragione d'essere essenzialmente di un ordine che è psicologico, perché anche quando una persona è diventata adulta scegliendo di essere atea manterrà la paura, che le è stata impressa da piccola, per un destino terribile del quale nulla è possibile sapere. Una paura che, per quel timore atavico, tenderà a limitare la portata delle sue eventuali azioni malvagie.
In realtà paradiso e inferno sono dimensioni dell'essere e simbolo delle ripercussioni che le nostre azioni avranno, sia nel vivere presente, che nel misterioso e incerto futuro.

Le religioni parlano alle popolazioni e devono essere comprensibili a tutti, mentre la Verità, unica perché universale nei suoi princìpi, non può essere colta nella sua essenza dal credere o dal non credere, ma potrà esserlo dall'intelligenza individuale quando divenuta capace di aprirsi all'Intelligenza universale, la stessa che regge l'intero universo.

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