domenica 12 giugno 2011

In un istante interminabile


Quanto tempo sia trascorso dall'inizio del tempo non lo si può sapere, come non si può conoscere quanto tempo manchi ancora alla fine della durata, ma lo spazio nel quale quest'ultima misura se stessa non terminerà nello stesso, congelato, istante. 
In un attimo l'attimo immobile cesserà di pulsare nella lagna della vita e di far seguire, a note sempre diverse, altre diversità. 
Lo spazio arresterà la sua corsa nel tempo e, per un interminabile momento, tutto l'esistente si preparerà a intonare l'antica voce del suo nuovo lamento.
Ogni ciclo vitale è frutto di altri cicli più piccoli, determinati dall'essenza della stessa legge che muove il cielo.
In ogni rotazione si esprime un'armonia cosmica che può trasformarsi nel proprio contrario senza, in questo capovolgersi, riuscire a modificare l'armonia generale del tutto.
Insieme a questo vortice io non sono riuscito a danzare; il troppo peso che porto in me lo ha impedito, e ora sento l'inerzia arrivare, con la stessa tristezza amorevole nella quale ogni tramonto prepara il ciclo che verrà.
Non conosco il futuro che sta oltre la mia morte, come non ricordo il passato prima della mia nascita, ma so di dover appoggiare i miei piedi su quelli di un destino sconosciuto che mi dice di esserci in ogni inciampare della mia libertà.

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