L'intelligenza individuale, essendo un effetto consequenziale in divenire di questo nostro esserci, non può essere la causa del nostro esserci, e poiché ogni causa è necessariamente superiore agli effetti che essa contiene in principio, prima che questi dispieghino le proprie potenzialità, si deve dire che ogni intelligenza individuale debba essere la conseguenza di un'Intelligenza universale e centrale che le è superiore, e che si esprime riflettendosi nel capovolgimento individuale che la nostra mente fatica a cogliere. Mente che costituisce il mezzo attraverso cui la consequenzialità logica dà forma alle ispirazioni e alle idee che ancora una forma non hanno. Analogamente al punto geometrico centrale privo di dimensioni, che determina la circonferenza invertendo la propria unità centrale nelle unicità molteplici dei diversi punti di cui è composta la circonferenza, il Mistero inesplicabile della nostra origine dà forma a ciò che ognuno di noi è, capovolgendosi nelle unicità che siamo, relative e sempre diverse una dall'altra, che vorticano attorno al nucleo privo di forma che è la potenzialità del centro del quale siamo l'espressione manifestata. Prima di essere siamo contenuti in una Realtà superiore a quella che si manifesta attraverso la vita, che in mancanza di termini adatti potremmo chiamare "Non essere", perché contiene in principio le possibilità di manifestazione. Un "Non essere" che è superiore all'essere, al quale ognuno ritornerà nella trasformazione chiamata morte. In quel "Non luogo" è conservata la memoria di ciò che abbiamo scelto di essere vivendo, memoria che è associata all'embrione di possibilità che attendono il momento adatto al loro esserci, per legarsi all'essere nuovo e diverso che saremo, sempre sentendoci lo stesso io che sappiamo di essere ora. Un ego diverso sulla circonferenza dell'esistenza, immagine differenziata dello stesso centro che è il sé di ognuno di noi: identico a se stesso in tutti i diversi. È in questa consapevolezza spirituale che è decisa la scelta di non far del male a nessuno, ed è per questa ragione che è definito essere un bene il non nuocere ad altri, e un male il suo contrario.
Bene e Male in assoluto non possono esistere . Altrimenti saremmo ancora nella dualità mentre Tutto è Uno. L`Essere pur essendo emanato causato dal Non essere è un Tutto Uno con il Non Essere. E se l`atman individualizzato è la manifestazione del brahman non individualizzato e` evidente che alla fine dei conti ogni dualita va trascesa. Qui in questo pezzo ineccepibile alla fine hai voluto definire cosa è bene ma purtroppo non si può fare. Hai temuto di dire che bene e male in assoluto non esistono . Tutto è un grande gioco senza scopo alcuno.
RispondiEliminaOgni definire assegna necessariamente dei limiti che l'Assoluto non può avere. Non ho "temuto" di dire che nulla che possa essere definito potrebbe essere assoluto. L'Essere stesso non lo potrebbe essere anche se fosse il principio dell'essere. Ishvara, infatti, l'equivalente indù del Dio cristiano, non è assoluto in quanto aspetto determinato dall'essere causa del primo Essere.
RispondiEliminaIneccepibilmente logico
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