Pur essendo regolata da norme universali l'esistenza mostra di sé la sua accidentalità come se questa fosse casuale.
L'accidentalità caratterizza tutta la manifestazione esistenziale, ma solo nel rapporto che essa ha col Mistero assoluto dal quale trae le sue sufficienti ragioni d'essere. Il termine esistere deriva dal latino "ex-stare" che indica l'assenza, all'interno dell'universo, delle sue sufficienti ragioni d'essere.
Nonostante la ciclicità della vita e le correlazioni causali tra cause e loro effetti siano evidenti, la gran parte degli individui ritiene essere il caso a reggere la realtà, quando il caso è la negazione di princìpi e leggi senza i quali nessuna consequenzialità vitale sarebbe possibile.
L'umanità appartenente all'attuale epoca è accecata dal suo essere famelica, e questo la rende incline allo spreco di ciò che non le appartiene.
Tutto questo è segno della fine di un ciclo, e l'umanità sta nella analoga condizione di un moribondo alla sua ultima, sanguinaria, abbuffata.
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